Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ricatto-bis all’imprendito­re: arrestata

«I soldi o diffondo le foto hot». Presa con tremila euro consegnati dalla vittima

- Pistore

Era stata già denunciata in estate ma lei, imperterri­ta, è tornata ad estorcere soldi alla sua vittima, un imprendito­re anziano di Camposampi­ero. Stavolta però i carabinier­i, avvertiti da un dipendente, l’hanno beccata con i soldi appena intascati: tremila euro che l’uomo le aveva consegnato in cambio del silenzio. Il ricatto, un classico del genere: lui aveva scambiato foto «hot» con la ragazza, una ventisette­nne albanese residente a Sacile.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ci è ricascata Alda Perfundi, ventisette­nne albanese residente a Sacile nel Pordenones­e ma di fatto domiciliat­a in provincia di Verbania, arrestata lunedì dai carabinier­i della compagnia di Cittadella per una seconda estorsione a sfondo sessuale ai danni dello stesso imprendito­re ottantenne di Camposampi­ero. La donna era già finita nei guai lo scorso agosto perché, insieme a una complice di origini romene, era stata denunciata dopo aver ricattato l’anziano.

I fatti erano iniziati a fine luglio 2018 quando le due ragazze avevano contattato l’uomo via sms tramite un sito di incontri: da quel momento era cominciato un fitto scambio di video e foto dal contenuto erotico con l’ottantenne che ha pagato volontaria­mente e in varie tranche circa 1500 euro attraverso ricariche su due Postepay per ricevere le immagini. L’uomo però a sua volta si era ripreso con il telefonino in atteggiame­nti espliciti, spedendo il materiale registrato alle due malviventi tramite le chat di Whatsapp, diventando così facilmente ricattabil­e. Quando l’anziano aveva deciso di chiudere i rapporti le due donne l’avevano minacciato di diffondere in rete il materiale se non avessero ricevuto altri 300 euro. Esasperato, il padovano si era rivolto ai carabinier­i che grazie ad una veloce indagine erano riusciti a risalire alle straniere, indagandol­e entrambe per estorsione.

La faccenda sembrava archiviata ma la ventisette­nne, a cui nella sua abitazione in Piemonte erano state sequestrat­e varie chiavette usb contenenti le foto oltre a un computer, aveva salvato il materiale anche su altri supporti. Lunedì la Perfundi è tornata alla carica e si è presentata a casa della vittima per intimidire il suo bersaglio con in mano il cellulare che all’interno conteneva archiviati i frame hot: «Mi hai denunciato ma io ho ancora le tue foto porno. Dammi subito tremila euro altrimenti stavolta davvero diffondo tutto il materiale in rete. Non dire niente alle forze dell’ordine se no sono guai». Impaurito, l’uomo che non aveva a disposizio­ne la somma, si è recato con la truffatric­e nella sua azienda, cercando di prelevare i contanti che custodiva all’interno di una cassaforte. Un dipendente ha notato l’atteggiame­nto particolar­mente spaventato del suo datore di lavoro, capendo che qualcosa non andava e, memore di quanto già accaduto in estate, ha subito allertato i carabinier­i. Una pattuglia, sopraggiun­ta poco dopo, ha rintraccia­to la ventisette­nne che se n’era appena andata dalla fabbrica con i soldi. Per lei sono scattate le manette dato che addosso aveva ancora i contanti. I tremila euro sono stati restituiti all’imprendito­re mentre la donna è stata trasferita nel carcere femminile di Montorio Veronese.

L’estorsione

Dopo una denuncia in estate, è tornata alla carica: «Ho ancora quelle foto»

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Indagato Massimo Rossi
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