Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un anno di Beltotto alla guida dello Stabile «Più biglietti e più giovani»
Spettatori aumentati del 10% rispetto la stagione precedente, abbonamenti passati da 4mila a 6mila. «Ha premiato la convenzione con l’università»
Il presidente Beltotto traccia un bilancio dei suoi dodici mesi: «Il maggior risultato è l’ingresso del Comunale di Treviso»
Aun anno dal suo insediamento come presidente dello Stabile del Veneto, è tempo di bilanci per Giampiero Beltotto, che ha preso le redini del teatro lo scorso ottobre in un momento delicato: la perdita dello status di Teatro Nazionale suonava come un campanello di allarme per la tenuta di un’istituzione cardine nel tessuto culturale della nostra regione. La scommessa è stata quella di mettere in atto azioni strategiche, capaci di attestare, consolidare e sviluppare le potenzialità di una macchina complessa qual è lo Stabile. «Al primo posto tra gli obietti raggiunti – spiega con soddisfazione Beltotto – c’è l’ingresso del Teatro comunale Mario del Monaco di Treviso, al fianco del Goldoni di Venezia e del Verdi di Padova. È l’avvio di un cammino che si prefigge di allargare la rete dei teatri in un’ottica di collaborazione paritetica e di crescita. Vogliamo ampliare il nostro campo d’azione non per fagocitare altre realtà, ma per ottimizzare risorse e interventi sul territorio».
Centrale a questo proposito sono i rapporti con Arteven, circuito regionale di distribuzione teatrale, «chiamata – sottolinea Beltotto – a partecipare a una piattaforma comune: noi siamo un ente produttivo, loro di distribuzione, due tipologie di attività che possono e devono lavorare in sinergia. Dobbiamo superare logiche del passato per poter guardare al futuro in maniera costruttiva». Che si sia lavorato sodo e nella giusta direzione per lo sviluppo dello Stabile lo attestano i numeri della stagione 2018-2019. Aumento degli spettatori: + 10% rispetto alla stagione precedente; gli abbonamenti sono passati da 4mila a 6mila e il trend attuale è in crescita. Sono 47 le serate sold out con un incremento del 50 per cento.
«Inoltre – continua il presidente – sono particolarmente fiero dei risultati raggiunti in relazione ai giovani, sia per quanto riguarda il pubblico, con l’alto numero di biglietti venduti in virtù della convenzione con gli ESU, sia per gli attori in formazione nell’accademia teatrale dello Stabile, che hanno ottenuto 72 contratti di scrittura nel triennio 19-21 grazie alla compagnia giovani del progetto Teseo». Un andamento positivo registra anche l’apporto dei privati, dai quali sono arrivati oltre 250mila euro per la stagione 2019/2020 (rispetto ai 60mila della stagione scorsa), «un contributo sempre più necessario per coprire le spese di produzione». Quanto alla voce «internazionalizzazione»,
” Risultati Due nostre produzioni sono andate all’estero: «La Baruffe Chiozzotte» e «L’arlecchino furioso»
lo Stabile ha portato due produzioni di commedia dell’arte all’estero: Le Baruffe Chiozzotte al teatro Mossovet di Mosca e L’arlecchino furioso al Festival d’avignone, spettacolo che il 16 novembre tornerà in Francia sul palcoscenico del Petit Palais.
Significative anche le collaborazioni e i progetti realizzati sul territorio, come «Teatro in Hotel» – con l’hotel Danieli e la Camera di Commercio di Venezia e Rovigo; «Il teatro al Sottosalone» a Padova; i «Laboratori»; «Sottocasa. Il Teatro nelle città» – progetto realizzato con il Comune di Venezia che vede lo spettacolo dal vivo uscire dalle storiche sale per abitare nuovi spazi urbani. Ci sono otto nuove produzioni dello Stabile in cartellone per la stagione 2019-2020. Si comincia con un’anteprima: 1919 di e con Marcello Veneziani affiancato dall’orchestra di Padova e del Veneto, il 2 novembre al Verdi di Padova, mentre l’apertura (6 novembre) è affidata a Da qui alla luna di Matteo Righetto con la regia di Giorgio Sangati. A Venezia (24 ottobre) e a Treviso (26 ottobre) apriranno rispettivamente Marco Paolini, Nel tempo degli Dei. Il calzolaio di Ulisse, e l’opera Madama Butterfly.