Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Gabionetta, voglia di derby «Lo aspetto come un tifoso»

Padova, il brasiliano di nuovo a disposizio­ne: «Ora mi sento pronto»

- Dimitri Canello

Denilson Gabionetta, finalmente è tornato a disposizio­ne del Padova. Come si sente?

«Sto bene, grazie. Il peggio è alle spalle. Non avevo mai avuto un infortunio al polpaccio, tantomeno uno strappo, che purtroppo non è una cosa che si risolve in pochi giorni».

Una decina di minuti a Piacenza per riprendere confidenza con il campo. Com’è andata?

«Ho fatto un paio di sgroppate, mi sono sentito bene perché il mio posto è lì».

Ci racconta dell’infortunio? «Sono arrivato in Italia a luglio, in tempo per il primo giorno di ritiro. Ho fatto due allenament­i, la terza notte non ho dormito, per via del fuso orario da smaltire. La mattina dopo mi sentivo un po’ strano, ma Sullo mi ha chiesto se me la sentissi di fare una partitella e io ho detto di sì. Sbagliando purtroppo .... Non mi sono gestito bene, poi con i medici abbiamo studiato una tabella di recupero e sono a disposizio­ne».

Come ha vissuto questi mesi?

«Eh .... Sicurament­e il posto di un calciatore è sul campo di gioco. Io non ho avuto questa fortuna, è stata una sofferenza, per fortuna i miei compagni hanno fatto grandi cose».

Il Vicenza vi ha sorpassato in classifica.

«Non dobbiamo farci impression­are, mancano ancora tante partite».

È pronto per il derby?

«Nei derby o ci sei o non ci sei, mi sento come un tifoso che lo aspetta, vedi lo stadio pieno, e ti carichi. Se fai bene ti mette le ali, se fai male è dura».

Nei derby, però, lei ha spesso lasciato il segno...

«È vero, ho fatto anche doppiette quando ero a Crotone e a Salerno contro l’avellino. Ma sono anche stato espulso. Sono fatto così».

Perché era tornato in Brasile alla Caldense?

«Ero tornato per qualche mese, era la squadra di mio cugino, era come riunire la famiglia. Poi c’è la Caldense A e la Caldense che gioca in D. Ma sapevo già che poi il mio posto era di nuovo in Italia. Perché

è un campionato che adoro e perché mia moglie è innamorata di questo Paese»

C’è qualcosa che non rifarebbe?

«Ho sbagliato a non dire che stavo male nel corso del recupero dall’infortunio, mi sentivo come un bambino che voleva giocare a tutti i costi».

Com’è andata la stagione del Padova sinora?

«Siamo un gruppo nuovo, abbiamo fatto belle partite e brutte partite. Siamo sempre stati primi, ora no. Avanti».

Era finito in Cina, poi persino a Cipro. Una tappa dopo l’altra e tante avventure...

«In Cina era andata bene, anche se l’allenatore nemmeno veniva a vedere gli allenament­i e delegava tutto a un’altra persona. A Cipro no, proprio non è andata».

Perché?

«Non ci siamo ambientati. A mia moglie non piaceva, mia figlia piangeva e la scuola non era per lei. Ce ne siamo andati senza rimpianti».

Chi lo vince questo campionato?

«Ci siamo noi, c’è il Vicenza, c’è la Triestina e c’è la Reggiana. La prima in classifica uscirà da queste quattro. Se poi spunta una sorpresa non lo so, ma non credo...».

La squadra

«I miei compagni finora hanno fatto molto Non siamo più primi? Guardiamo avanti»

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(Lapresse) In gruppo Gabionetta (al centro con la tuta) festeggia sotto la curva

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