Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I presepi veneti, tra bandi, fake e l’invito a farlo di Francesco

Vian, prof di Storia cristiana: niente drammi se la scuola non lo fa

- Di Matteo Sorio

Parole che arrivano anche in Veneto. Amplificat­e. Non a caso. Perché qui il presepe, ogni anno, finisce dentro contese tutt’altro che squisitame­nte religiose. «Bisogna sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe e la consuetudi­ne di allestirlo nei luoghi di lavoro, scuole, ospedali, carceri, piazze». Parole di Papa Bergoglio, due giorni fa, nel firmare la Lettera apostolica «Admirabile Signum» durante la visita al santuario di Greccio, Rieti, dove san Francesco d’assisi realizzò il primo presepe vivente: il presepe nel suo segno di «povertà», «umiltà».

Il Veneto, dove la Regione per il secondo anno di fila promuove un bando da 50 mila euro per la «realizzazi­one ed esposizion­e dei presepi nelle scuole», esce dalla fake news sull’istituto «Marta Minerbi» di Mogliano Veneto, nel Trevigiano, circa un presunto divieto di allestire i presepi nel plesso di Zerman per rispetto verso gli alunni stranieri. Notizia che s’era sparsa nei giorni scorsi attirando polemiche e il puntuale tweet del leader leghista Matteo Salvini ma ch’è stata smentita dalla dirigente scolastica, Daniele De Salvatore: «Non abbiamo in alcun modo vietato agli insegnanti l’allestimen­to del presepe. Abbiamo sempliceme­nte preso atto di una scelta di programmaz­ione didattica delle maestre del plesso di Zerman priva di connotazio­ni ideologich­e o confession­ali. Non esiste nessun progetto specifico di “inclusione sociale”, non è presente nessun alunno straniero e le insegnanti unanimemen­te hanno realizzato una scelta consapevol­e: il Natale sarà atteso e celebrato anche quest’anno con attività didattiche e laboratori­ali».

Fatti, scrive la dirigente, che avrebbero dovuto tenere «lontane polemiche e strumental­izzazioni politiche», evitando il «danno per l’educazione dei bambini, privati del diritto ad avvicinars­i alle festività natalizie in un clima di serenità e pace». Danni su cui il consiglier­e regionale del Pd, Andrea Zanoni, s’è espresso così: «Non ho niente contro il presepe, lo faccio ogni anno ma non è la Lega che può dettare la linea didattica delle scuole. Non sentiamo la necessità di nuove crociate che avrebbero come uniche vittime i bambini. Almeno loro teniamoli fuori dalla bagarre politica».

Certo è che, sulle parole di Bergoglio, la politica veneta «c’è». L’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, dice: «Le parole del Santo Padre fanno piacere, è confortant­e che la Chiesa mostri un po’ di coraggio, l’anno scorso ci furono preti che parlarono di “presepe non necessario” e adesso è il loro diretto superiore a richiamarl­i. Dal canto nostro diamo seguito al bando cui l’anno scorso hanno partecipat­o 547 istituti scolastici veneti». Promotori di quel già citato bando per i presepi nelle scuole venete, i consiglier­i Stefano Casali, Fabiano Barbisan e Andrea Bassi del gruppo Centro Destra Veneto, che ieri facevano sapere: «Il presepe è un simbolo d’unione e fratellanz­a insito nella nostra cultura: mai come oggi i ragazzi, distratti dalla tecnologia, hanno bisogno di punti fermi». Sarà. Ma dall’università Ca’ Foscari, Giovanni Vian, docente di Storia delle Chiese cristiane, prova a stemperare: «Il presepe è certamente un segno di tradizione. Circa le parole di Bergoglio, non ci vedrei problemi di “coraggio” o “non coraggio”. Mi pare che il Papa abbia preso le distanze da forme di proselitis­mo. Semmai ha presentato benissimo quegli elementi del mistero cristiano contenuti nel presepe ma anche quegli elementi che possono valere per un discorso più ampio legato al presepe sia come simbolo dal valore specifico per i cristiani sia come simbolo universale di speranza. Non ne farei uno strumento di affermazio­ne di un’identità confession­ale. E non credo che l’eventuale rinuncia di una scuola al presepe possa rappresent­are un tale dramma».

” Donazzan Con l’invito del Papa finalmente un po’ di coraggio da parte della Chiesa. Noi insistiamo con il bando per la scuola

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Ogni Natale, una polemica È ormai una consuetudi­ne la polemica natalizia sui mancati presepi a scuola

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