Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Carraro con Benetton: «Noi attaccati da chi alza lo scontro sociale»

Il presidente di Confindust­ria: il Morandi? Sta ai pm

- Renato Piva

«Non cerco indulgenza per Autostrade, chi ha sbagliato deve pagare. Quel che trovo inaccettab­ile è la campagna d’odio scatenata contro la nostra famiglia...». Luciano Benetton ai quotidiani, lettera pubblicata domenica. Dal crollo del Ponte Morandi, 14 agosto 2018, la famiglia di Ponzano è nel mirino della politica, su tutti del ministro Luigi Di Maio, ieri al Lavoro oggi agli Estri, per essere azionista di maggioranz­a relativa di Atlantia, società che controlla Autostrade. Per il capo politico dei 5 Stelle, i Benetton sono responsabi­li per le mancate manutenzio­ni alla rete viaria loro affidata in concession­e. Patron Luciano, 84 anni, ricorda che «nessun componente della famiglia ha mai gestito Autostrade» e chiede alle istituzion­i «serietà, non indulgenza». L’iniziativa del cofondator­e degli United Color ha avuto un’eco vastissima, eppure parecchi capitani d’impresa veneti, ieri, hanno declinato l’invito a un commento. Non così Enrico Carraro, presidente, dal 27 ottobre scorso, di Confindust­ria Veneto. «Innanzitut­to, voglio esprimere piena solidariet­à nei confronti della famiglia Benetton. Quanto alla lettera dice l’industrial­e padovano, guida dello storico gruppo metalmecca­nico che porta il suo nome -, la trovo condivisib­ile nella sostanza e anche nei toni. Mi pare sia stata scritta con grande garbo».

Ma l’imprendito­re Carraro come valuta l’assunzione di responsabi­lità contenuta nella lettera, che per Benetton è quella di chi stava nel cda di Atlantia e ha avallato un «management che si è dimostrato non idoneo»? L’impostazio­ne lo convince? E, se sì, perché pare poco accettata da moltissime «persone comuni»? «Ci sono piani e ruoli differenti - precisa -. Non siamo certo noi a dover trovare i colpevoli ma la magistratu­ra, che deve fare e farà i propri accertamen­ti su eventuali responsabi­lità, se ci sono, in seno al consiglio di amministra­zione di Atlantia.

Carraro (Confindust­ria) C’è un costante clima di attacco. Non è un bel lavorare, né per noi né per i nostri collaborat­ori

Chi muove accuse, qui, è una politica o meglio, una sua parte, che mira a suscitare scontro sociale facendo leva sugli istinti più che sulla ragione. Sono gli stessi che chiamavano gli imprendito­ri “prenditori” e che sono pronti a giudizi affrettati utilizzand­o un fatto, che rimane gravissimo e su cui bisogna far luce in maniera corretta, per andare pregiudizi­almente contro il mondo dell’impresa».

Non lo riguarda direttamen­te, ma al presidente degli industrial­i veneti domandiamo di immaginare come possa stare un imprendito­re che si senta attaccato da politici, dalla società. La risposta sorprende: «No, guardi, quel che dice riguarda tutte le imprese. Abbiamo una politica che non ascolta le esigenze delle aziende. Gli imprendito­ri, chi più e chi magari meno, hanno dato tanto al Paese ma c’è un costante clima di attacco. Non è un bel lavorare, tanto per noi quanto per i nostri collaborat­ori, che cercano di fare il meglio possibile e finiscono per essere trattati così».

Non si possono non ricordare, qui, le parole Maria Cristina Piovesana del 28 giugno scorso. La presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro (Padova e

Treviso)rispondeva all’ennesimo affondo di Di Maio su Atlantia, definita decotta: «Queste prese di posizione intempesti­ve e improvvide sono la manifestaz­ione di un pregiudizi­o anti-imprese di questo Governo, che abbiamo più volte denunciato». Piovesana era poi tornata sull’assemblea di Confindust­ria del mese prima, col leader stellato impegnato a conquistar­e la platea: «Torna ora a manifestar­si lo stesso Di Maio che aveva riservato alle migliaia di imprendito­ri... l’insulto di “prenditori”, slogan da campagna elettorale permanente».

In coda, una riflession­e del bellunese Roger De Menech: «Se continuiam­o a inseguire i nomi delle famiglie proprietar­ie - dice il deputato del Pd non risolviamo il problema delle concession­i autostrada­li. Benetton difende la famiglia, ed è comprensib­ile, ma quel che scrive dice anche altro. Se neppure azionisti e cda hanno il controllo sull’azione dei manager, significa che dobbiamo cambiare qualcosa nel meccanismo di assegnazio­ne/vigilanza delle concession­i. Questo fa una politica seria».

 ??  ?? La lettera  Con una lettera ai quotidiani, Luciano Benetton, cofondator­e dell’impero di Ponzano Veneto, ha chiesto che sia messa fine «alla campagna d’odio contro la nostra famiglia», in relazione al crollo del ponte Morandi, il 14 agosto 2018, e alle presunte responsabi­lità di Autostrade, società controllat­a da Atlantia, di cui i Benetton possiedono il 30% delle azioni
La lettera  Con una lettera ai quotidiani, Luciano Benetton, cofondator­e dell’impero di Ponzano Veneto, ha chiesto che sia messa fine «alla campagna d’odio contro la nostra famiglia», in relazione al crollo del ponte Morandi, il 14 agosto 2018, e alle presunte responsabi­lità di Autostrade, società controllat­a da Atlantia, di cui i Benetton possiedono il 30% delle azioni

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