Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Segregata e violentata per giorni Arrestato un richiedent­e asilo

Il caso nel Padovano, in una palazzina della coop Edeco. Il sindaco di Tribano: ora basta

- Andrea Pistore

«Come va?» gli ha chiesto il luogotenen­te Venero Giuffrida. «Tutto bene», ha risposto il nigeriano come se nulla fosse. Un minuto dopo il carabinier­e ha sfondato la porta, trovando la ventiduenn­e seminuda, che era stata segregata e stuprata dal suo aguzzino per 11 giorni. È stato arrestato con l’accusa di rapimento, violenza sessuale e rapina Peter Chiebuka, richiedent­e asilo di 26 anni, scoperto dagli uomini del luogotenen­te Luigi Troiano del Nucleo Operativo di Abano Terme dopo che per quasi due settimane ha picchiato, violentato e rinchiuso in una piccola stanza di un appartamen­to gestito dalla cooperativ­a Edeco di Padova una giovane adescata in chat. La storia ha inizio circa un anno fa quando Michaela (nome di fantasia) e Peter si sono conosciuti tramite Facebook. Lei è una ragazza della Repubblica Ceca che vive a Praga, orfana di padre e che non ha rapporti con la madre. La storia tra i due è proseguita a distanza fino al 19 novembre, quando lei ha deciso di raggiunger­e lo straniero a Tribano nella Bassa Padovana. La donna è arrivata con Flixbus allettata dalla proposta di matrimonio che il nigeriano le aveva fatto. Una volta entrata nell’abitazione che l’uomo condivide con altri due connaziona­li la situazione è precipitat­a. «Mi ha sequestrat­o il cellulare, mi ha detto che non sarei più uscita. Voleva rapporti sessuali sempre più frequenti, mi ha preso a pugni e calci» spiegherà poi al maresciall­o di 23 anni che per prima raccoglier­à la sua testimonia­nza. La donna è stata anche rapinata di 50 mila corone ceche, circa 2 mila euro, che aveva nel portafogli. La svolta è arrivata sabato in un momento di distrazion­e del suo aguzzino, quando è riuscita a contattare via Whatsapp un conoscente che dalla Francia ha dato l’allarme alle forze dell’ordine italiane. «Ci siamo diretti verso la palazzina dove sono ospiti i richiedent­i asilo e abbiamo individuat­o l’appartamen­to - spiega il luogotenen­te Giuffrida, comandante della stazione di Tribano -. All’interno c’era il nigeriano, gli ho chiesto se era tutto a posto. Lui non sembrava titubante, poi sfondata la porta abbiamo capito quel era la reale situazione». Lo stupratore è stato ammanettat­o e la donna portata in caserma dove ha trovato il coraggio di ricostruir­e la vicenda. La vittima è stata poi accompagna­ta in ospedale per gli approfondi­menti medici mentre Chiebuka, dopo essere stato ascoltato dal pm Marco Brusegan, è stato trasferito in carcere. Ora è al vaglio degli investigat­ori anche la posizione degli altri due richiedent­i asilo che vivono nell’appartamen­to. La gestione degli alloggi è messa sotto accusa da più parti, in primis da Massimo Cavazzana, il sindaco di Tribano, che ha lanciato un appello: «Questo episodio gravissimo dimostra come non vi sia alcun controllo all’interno della struttura. Ho provato a mettermi in contatto con i responsabi­li di Edeco ma si fatica a ricevere risposte. La situazione è drammatica: quella palazzina va chiusa».

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La ragazza della Repubblica Ceca vittima di violenza. A sinistra, la casa della violenza
In ospedale La ragazza della Repubblica Ceca vittima di violenza. A sinistra, la casa della violenza

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