Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Ritratto di donna» Lo sguardo di Oppi a Vicenza

«Il sogno degli anni Venti» Vicenza, Basilica Palladiana Fino al 13 aprile

- Codogno

Da un’opera di Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) prende il titolo la grande mostra che da oggi al 13 aprile 2020 a Vicenza, nella Basilica Palladiana, suggerisce al pubblico un particolar­e percorso storico, gli anni Venti. Tracciato che si connota seconda un inedito punto di vista: il ruolo della donna nell’arte e nella società. Mantenendo sempre come fil rouge il suo marcatore appassiona­to: il pittore berico Ubaldo Oppi.

«Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi» a cura di una ispirata Stefania Portinari è una mostra che ingaggia un sinuoso paso doble tra un’immagine ancora edulcorata della donna, ondeggiant­e tra mito e spirituali­tà, e quel nuovo approdo psichico e profondo che omaggia un femminile finalmente libero, seduttivo e ferino.

L’esposizion­e inanella centoventi opere raggruppat­e in sette sezioni. Portinari, grazie a prestiti importanti, chiama a raccolta grandissim­i nomi dell’arte: da Gustav Klimt (che all’epoca non era famoso come oggi, anzi: la stampa lo definiva il «pittore del peccato») a Felice Casorati passando per Mario Sironi, Antonio Donghi, Achille Funi,

Piero Marussig, Mario Cavaglieri, Guido Cadorin Massimo Campigli e, naturalmen­te, Ubaldo Oppi.

Oppi, cresciuto a Vicenza ma formatosi tra Vienna, Venezia e Parigi, ha un immediato successo in mostre importanti, anche nella Milano e nella Roma dei primi anni Venti, dove viene scoperto e sostenuto da Ugo Ojetti e Margherita Sarfatti, che fu la prima critica d’arte donna. Molti i temi della mostra, dall’amicizia femminile – opera talismano del percorso

espositivo è infatti Le amiche di Oppi - al sogno. Dallo specchio – con Bortoli Sacchi e Cagnaccio di San Pietro tra gli altri - al rapporto tra pittore e modella.

Tema questo che dà spunto alla curatrice per raccontare il triangolo tra Oppi, Picasso e Fernande Olivier, modella e scrittrice. Fernande, la donna con gli occhi da gatta, era stata una vera e propria ossessione per Picasso che di lei realizzò oltre sessanta ritratti. Eppure, cedette al fascinoso Oppi, uomo di grande bellezza che in seguito si legò alla splendida Adele Leone, protagonis­ta di molti suoi capolavori come il celebre dipinto che la ritrae ieratica e sontuosame­nte agghindata sullo sfondo di Venezia.

Gli abiti corti luccicanti di piume e paillettes, simbolo di quegli anni, portano necessaria­mente la firma di Coco Chanel; in esposizion­e se ne trovano importanti esemplari. La suggestion­e di fondo è la magia che si respirava in quegli anni, un’atmosfera di magia e sogno che fa da contrappun­to agli incubi neri e potenti della Prima guerra mondiale che si è appena lasciata alle spalle.

In questo periodo di rinascita, le donne cominciano a conquistar­e un proprio ruolo: sempre più autonome, seduttive e moderne. Coco Chanel cambia la moda, Amelia Earhart attraversa in volo l’atlantico, i balli di Josephine Baker incantano Parigi, Virginia Woolf scrive i suoi capolavori. E i pittori le dipingono.

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 ??  ?? Modella Ubaldo Oppi, «Ritratto della moglie» (1928). Nel 1921 Oppi sposò Adele Leone, detta Dehly, e si trasferì a Milano
Modella Ubaldo Oppi, «Ritratto della moglie» (1928). Nel 1921 Oppi sposò Adele Leone, detta Dehly, e si trasferì a Milano

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