Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Centro congressi, il colosso prende forma «Tanti eventi già prenotati fino al 2023»
Chiusura lavori la prossima estate. Cercasi partner privato, doppio bando per la gestione
A dire il vero, ci sarebbe ben poco da celebrare. Se non altro perché stiamo parlando di un’opera, già costata alle casse pubbliche circa 25 milioni di euro (bonifiche comprese), che è in costruzione da quasi cinque anni e mezzo e che, a meno di ulteriori ritardi, sarà operativa soltanto da gennaio del 2021. Ma il sopralluogo di ieri al cantiere del futuro centro congressi, che sta prendendo forma sul lato nord della Fiera, è di certo stato utile per rendersi conto dell’imponenza nonché delle enormi potenzialità della struttura progettata dall’archistar giapponese Kengo Kuma e appaltata, ad agosto del 2014, alla Vittadello spa di Limena.
A destare impressione, in particolare, sono state prima la facciata che dà sul viale d’ingresso del quartiere fieristico, lunga 130 metri e caratterizzata da 128 paraste in legno di larice lamellare alte una ventina di metri, e poi la terrazza interamente ricoperta di vetro, a 23 metri d’altezza, con vista sul ponte Unità d’italia, sull’arcella e, in giornate limpide come quella di ieri, sulle montagne innevate. Meritano però più di un cenno anche le due sale principali del nuovo palazzo dei convegni: la Mantegna da 1.100 posti sul lato ovest e la Giotto da 1.600 posti sul lato est. Senza poi dimenticare, da una parte e dall’altra del foyer, le cinque salette polifunzionali da 150 posti ciascuna, che portano la capienza complessiva a 3.450 persone. Il tutto, corredato da due bar, due ristoranti e sette ascensori, per una superficie di circa 15 mila metri quadri e per una volumetria di quasi 100 mila metri cubi. «I lavori - ha fatto sapere il direttore generale della Fiera, Luca Veronesi termineranno intorno alla metà di giugno del 2020. Poi però ci vorranno alcuni mesi per collaudi e assestamenti vari. Tanto che, verosimilmente, potremo ospitare i primi eventi soltanto dall’inizio del 2021». Ecco, gli eventi. La macchina organizzativa, guidata da Stefania De Toni, è in movimento già da parecchio tempo. E infatti, al netto dei 15 congressi che nel 2020 si terranno nel vicino padiglione 11, ci sono già tante prenotazioni fino al 2023. Merito, soprattutto, della sinergia intrapresa con l’università, che proprio in Fiera, abbattendo e ricostruendo il padiglione 2, ha intenzione di realizzare una nuova sede per la Scuola d’ingegneria, con aule e laboratori per oltre quattromila studenti. «Sta venendo su un’opera fantastica - ha commentato il sindaco Sergio Giordani, con a fianco il presidente della Provincia, Fabio Bui - che farà fare un grande salto di qualità a tutto il territorio padovano. Purtroppo però, nel fare le cose, siamo un po’ lenti. Pure in quelle, come questa, in cui siamo da subito tutti d’accordo».
L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Roberto Marcato, ha invece ammonito: «Siamo di fronte a uno splendido contenitore che ora però va riempito di contenuto. La Fiera di Padova, infatti, deve specializzarsi in qualche settore e cominciare a indossare i guantoni, perché il contesto è sempre più competitivo». Già, ma chi condurrà il tutto? «Faremo presto una gara - ha risposto il presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono - sia per la gestione del centro congressi che per individuare un partner che aiuti i soci pubblici ad amministrare l’intero quartiere fieristico».
” Giordani Anche se siamo andati un po’ lenti, sta venendo su un’opera fantastica per la città