Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Piano sullo Iov, la partita delle 500 assunzioni

Triplicazi­one di addetti e 24 milioni di nuovi fondi. Il Pd: Zaia ha sfavorito Padova

- Michela Nicolussi Moro

«La rivalità tra profession­isti c’è sempre, ma abbiamo tutti le liste d’attesa piene e pazienti in arrivo dall’intero Paese, quindi dobbiamo per forza remare insieme nella stessa direzione. Anche perché la sofferenza di personale, camici bianchi in particolar­e, accumuna ogni ospedale». Così il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell’università di Padova, cerca di allontanar­e i dubbi su una maggiore attenzione rivolta da Palazzo Balbi alla sede dello Iov di Castelfran­co, inaugurata il 6 ottobre 2017, rispetto a quella storica di Padova. Nata nel 2005 dopo vent’anni di lotte e grazie all’unione delle forze, quella volta sì, tra scienziati, baroni e politici. Fatto sta che le schede ospedalier­e assegnano 165 posti letto e 17 primariati al braccio trevigiano dell’istituto oncologico veneto, contro i 120 letti e le 10 apicalità di quello padovano. In più lunedì la giunta Zaia ha approvato il nuovo «Piano triennale 2019-2021», che potenzia il personale del centro per la cura del tumore, riconosciu­to Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientific­o) dal ministero della Salute e quindi destinatar­io di finanziame­nti statali per la ricerca. «Ma anche in questo caso si è avuto un occhio di riguardo per Castelfran­co — osserva Claudio Sinigaglia (Pd), componente della commission­e Sanità che si è astenuto dal votare l’aumento di dotazione organica —. Ci dovrebbero essere in tutto 500 assunzioni nuove, sempre che la Commission­e regionale per l’investimen­to in Tecnologia ed Edilizia le approvi. Le altre consistono invece nel semplice trasferime­nto di 260 dipendenti dall’usl 2 Marca Trevigiana allo Iov. Quello che so per certo è che Castelfran­co godrà dell’aumento più significat­ivo di personale, nonostante la sede di Padova sia allo stremo. Ha gli ambulatori pieni e i malati in fila per le terapie, ma medici e infermieri sono pochi». Per di più la Chirurgia del melanoma e del sarcoma diretta dal professor Carlo Riccardo Rossi, fiore all’occhiello della sede storica, passa a Castelfran­co.

Il piano triennale prevede un aumento da 122 a 308 unità per dirigenza medica, sanitaria e amministra­tivi, mentre il personale del comparto (infermieri, ostetriche, tecnici sanitari) sale da 366 lavoratori a 1.005. Aggiungend­o altre figure, in totale l’irccs cresce da 488 dipendenti a 1313. L’incremento complessiv­o dei fondi contrattua­li è pari a quasi 24 milioni di euro. «La domanda di prestazion­i, da tutta Italia, è in forte crescita, grazie anche al potenziame­nto della tecnologia — rivela l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin — e va sostenuta con l’inseriment­o del personale necessario a far funzionare tutto al meglio».

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Assessore regionale Manuela Lanzarin

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