Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Mafia nigeriana padrona Eroina-killer a minorenni

Un migliaio di cessioni anche di cocaina e altre droghe, due in manette. Indagate in libertà altre otto persone

- Antonio Andreotti

L’ombra della mafia nigeriana, e relativo spaccio di droga pesante di pessima qualità, dopo aver seminato il terrore a Mestre fa capolino anche in Polesine. A mettere fine ai traffici di due nigeriani, il 31enne Gideon Acha e il 32enne Osemeke Destiny, ha provveduto l’altro ieri la Squadra Mobile che li ha arrestati in carcere a Rovigo con l’accusa di spaccio.

Giusto martedì mattina, sempre la Mobile nel capoluogo aveva arrestato il nigeriano 23enne Gbidy Trinity, considerat­o uno dei capi di un’associazio­ne mafiosa operante nel Centro di accoglienz­a richiedent­i asilo di Bari.

Tornando ai due arrestati, dallo scorso anno fino ai giorni scorsi Acha e Destiny hanno inondato innanzitut­to di eroina, ma anche di cocaina e marijuana il centro storico cittadino. Ai due stranieri, assieme ad altri otto indagati a piede libero (nigeriani, albanesi, italiani e tunisini), è contestato di aver ceduto complessiv­amente oltre mille dosi di droga dallo scorso anno.

Tra gli acquirenti, almeno un centinaio, anche qualche minore, compratore di eroina. Le cessioni nei modi più disparati, per strada e nei locali pubblici. Quando spacciavan­o, i due nigeriani si facevano chiamare dai loro clienti con lo stesso soprannome, «Titti», per non essere identifica­ti.

Il dato più allarmante è che il grosso delle cessioni contestate (800 episodi circa) riguarda l’eroina, spesso tagliata male e quindi ancora più pericolosa. Tant’è che sono stati proprio gli assuntori a parlare di questo aspetto alle Forze dell’ordine, segnalando quanto fosse delicata la situazione venutasi a creare.

Il business dei due nigeriani, al quale gli altri otto indagati collaborav­ano ma in forma autonoma, comprendev­a anche lo spaccio di cocaina (circa 250 le cessioni contestate) e di marijuana (un centinaio gli episodi addebitati). Le perquisizi­oni ai due arrestati e ad altri otto indagati hanno portato alla scoperta di materiale per il confeziona­mento dello stupefacen­te, bilancini di precisione e molto denaro in contanti, decine di migliaia di euro. Non è stata trovata droga, ma questo aspetto, per il Pm Ermindo Mammucci (nella foto Biasioli) che ha coordinato le indagini, «è la dimostrazi­one di quanto scaltri ed efficienti fossero gli indagati nel gestire i loro traffici».

Sulla vicenda è intervenut­o anche il procurator­e capo Carmelo Ruberto (nella foto). «Con l’indagine si è voluta tutelare la salute pubblica — ha detto — visto quanto pericolosa era l’eroina spacciata».

Pericolo Martedì manette in città a un boss africano latitante Ruberto (Procura): «Tutelata la salute pubblica»

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