Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Mafia nigeriana padrona Eroina-killer a minorenni
Un migliaio di cessioni anche di cocaina e altre droghe, due in manette. Indagate in libertà altre otto persone
L’ombra della mafia nigeriana, e relativo spaccio di droga pesante di pessima qualità, dopo aver seminato il terrore a Mestre fa capolino anche in Polesine. A mettere fine ai traffici di due nigeriani, il 31enne Gideon Acha e il 32enne Osemeke Destiny, ha provveduto l’altro ieri la Squadra Mobile che li ha arrestati in carcere a Rovigo con l’accusa di spaccio.
Giusto martedì mattina, sempre la Mobile nel capoluogo aveva arrestato il nigeriano 23enne Gbidy Trinity, considerato uno dei capi di un’associazione mafiosa operante nel Centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari.
Tornando ai due arrestati, dallo scorso anno fino ai giorni scorsi Acha e Destiny hanno inondato innanzitutto di eroina, ma anche di cocaina e marijuana il centro storico cittadino. Ai due stranieri, assieme ad altri otto indagati a piede libero (nigeriani, albanesi, italiani e tunisini), è contestato di aver ceduto complessivamente oltre mille dosi di droga dallo scorso anno.
Tra gli acquirenti, almeno un centinaio, anche qualche minore, compratore di eroina. Le cessioni nei modi più disparati, per strada e nei locali pubblici. Quando spacciavano, i due nigeriani si facevano chiamare dai loro clienti con lo stesso soprannome, «Titti», per non essere identificati.
Il dato più allarmante è che il grosso delle cessioni contestate (800 episodi circa) riguarda l’eroina, spesso tagliata male e quindi ancora più pericolosa. Tant’è che sono stati proprio gli assuntori a parlare di questo aspetto alle Forze dell’ordine, segnalando quanto fosse delicata la situazione venutasi a creare.
Il business dei due nigeriani, al quale gli altri otto indagati collaboravano ma in forma autonoma, comprendeva anche lo spaccio di cocaina (circa 250 le cessioni contestate) e di marijuana (un centinaio gli episodi addebitati). Le perquisizioni ai due arrestati e ad altri otto indagati hanno portato alla scoperta di materiale per il confezionamento dello stupefacente, bilancini di precisione e molto denaro in contanti, decine di migliaia di euro. Non è stata trovata droga, ma questo aspetto, per il Pm Ermindo Mammucci (nella foto Biasioli) che ha coordinato le indagini, «è la dimostrazione di quanto scaltri ed efficienti fossero gli indagati nel gestire i loro traffici».
Sulla vicenda è intervenuto anche il procuratore capo Carmelo Ruberto (nella foto). «Con l’indagine si è voluta tutelare la salute pubblica — ha detto — visto quanto pericolosa era l’eroina spacciata».
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