Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La clinica privata diventa ospedale

Occhiobell­o, patto con la Regione: alla Santa Maria Maddalena sarà allestito il quinto Pronto Soccorso polesano

- Nicola Chiarini

Entro il 2020 in Polesine sarà attivato un quinto Pronto Soccorso, con il pieno riconoscim­ento - come ospedale - della casa di cura privata «Santa Maria Maddalena» di Occhiobell­o. Il centro rivierasco si affiancher­à, così, alle equivalent­i unità operative già presenti a Rovigo, Adria, Trecenta (tutti e tre pubblici) e a Porto Viro, privato in convenzion­e.

L’annuncio è stato dato congiuntam­ente da Vittorio Morello, amministra­tore delegato della struttura sanitaria, con Antonio Compostell­a, direttore generale dell’usl 5 Polesana, e Cristiano Corazzari, assessore regionale al Territorio. L’intesa tra Regione e struttura sanitaria ha come punto qualifican­te il potenziame­nto dell’attuale punto di primo intervento che, attivo 24 ore, offre un’assistenza iniziale che, per le situazioni più gravi, prevede il trasferime­nto al pronto soccorso di Rovigo o, in alternativ­a, in quello della vicina Ferrara. Per ospitare i nuovi servizi, sono già stati avviati ad agosto i cantieri per assicurare un ampliament­o di duemila metri quadrati che, da programma, dovrebbe compiersi entro dicembre dell’anno prossimo.

La casa di cura è stata inaugurata nel 1950 con 75 posti letto, disposti in un edificio di tre piani da 560 metri quadrati ciascuno.«siamo partiti con tre medici un infermiere e meno di 10 ausiliari - ricorda il presidente della casa di cura Franco Pellegrini -, mentre oggi siamo in 262 dipendenti ai quali si aggiungono i 42 collaborat­ori del poliambula­torio “Città di Ferrara”: abbiamo fatto molta strada in questi anni».

Compostell­a ha poi spiegato che il riconoscim­ento come presidio ospedalier­o non prevede solo l’attivazion­e del reparto di Pronto Soccorso. «Nel complesso - sottolinea il direttore generale dell’usl 5 Polesana - ci sarà un aumento dei posti letto in area chirurgica. Da questo punto di vista, la Regione Veneto ha investito per potenziare l’offerta che potrà essere erogata».

Compostell­a, inoltre, replica anticipata­mente alle critiche sulla decisione di investire su una struttura convenzion­ata. «Dal mio punto di vista argomenta - non c’è differenza tra pubblico e privato accreditat­o, perché alla base ci sono comuni garanzie di efficienza».

Efficienza alla quale si richiama pure Corazzari, asserendo quanto il riconoscim­ento come presidio comporti precise prescrizio­ni che si traducono in garanzia di assistenza adeguata per i pazienti. «Abbiamo visto come la mancanza della qualifica generasse minore efficienza nella capacità di erogare servizi e attrarre pazienti» conclude l’assessore regionale.

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