Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nuova Pediatria, il sì ancora non c’è adesso spunta l’alluminio in facciata
Il soprintendente: serve un progetto meno impattante. E il via libera dovrà attendere l’anno nuovo
Fumata grigia. Il grande ottimismo che si respirava alla vigilia, evidentemente, era un po’ eccessivo. Ieri infatti, al contrario di quanto si credeva (anzi ci si augurava) da più parti, il soprintendente Fabrizio Magani non ha dato alcun via libera al progetto definitivo della nuova Pediatria di via Giustiniani, che è in attesa di approvazione ormai da più di cinque mesi. Il neo responsabile cittadino delle Belle Arti, che una ventina di giorni fa ha improvvisamente preso il posto di Vincenzo Tiné, ha invece preteso ulteriori modifiche all’opera «disegnata» dall’architetto Maurizio Striolo, spiegando che la palazzina di otto piani (alta 31 metri e lunga 72), prevista nell’area in cui l’estate scorsa è stata abbattuta la vecchia Pneumologia, deve essere «meno impattante» e, soprattutto, «più leggera e pregevole» dal punto di vista architettonico. Dettami che, al direttore generale dell’azienda Ospedaliera, Luciano Flor, ai tecnici di Regione, Università e Comune e allo stesso Striolo (tutti convocati negli uffici padovani della Soprintendenza in via Aquileia), hanno ricordato quelli già avanzati, prima di essere trasferito a Verona, dal predecessore di Magani. Anche Tiné, infatti, esigeva che il nuovo edificio fosse inserito in maniera più «armonica e rispettosa del paesaggio circostante» nella zona est di via Giustiniani, data la vicinanza delle mura cinquecentesche e, in particolare, del Bastione Cornaro. E il nuovo capo delle Belle Arti, nella riunione di ieri pomeriggio, ha sostanzialmente ribadito tale impostazione, smentendo chi pensava (o magari sperava) di trovarsi di fronte a una persona più «morbida e accomodante». «Apprezzo gli sforzi che sta facendo il progettista. Ma - si è limitato a dire Magani, prima di recarsi a Palazzo Santo Stefano per incontrare il prefetto Renato Franceschelli - mi aspetto qualcosa di più. Comprendo l’urgenza di realizzare questa nuova Pediatria. E difatti, nei prossimi giorni, non andrò in ferie. E sarò disponibile per una nuova riunione pure la vigilia di Natale». Nessuna parola, invece, dagli altri protagonisti della vicenda.
L’architetto Striolo, però, ha già in serbo un’ulteriore «miglioria» per accontentare la Soprintendenza. La palazzina, in estrema sintesi, sarà dipinta interamente di bianco (meno acceso della versione originaria) e quindi spariranno sia il marrone dai due corpi laterali che tutti gli altri colori dalle finestre.
Inoltre, dopo aver scartato per ragioni economiche e di manutenzione la doppia pelle di vetro e il «bosco verticale», verrà inserita sulla facciata una sottile griglia in alluminio per dare profondità all’edificio. Una soluzione, quella appena descritta, che comunque comporterà una generale revisione dei costi, già saliti da 53 a 61 milioni di euro, e dunque un nuovo allungamento dei tempi. Tanto che, malgrado la fiducia dispensata da più di qualcuno nei giorni scorsi, sarà praticamente impossibile approvare il progetto definitivo entro la fine dell’anno. E il «sogno» del direttore di Pediatria, Giorgio Perilongo, che sperava di poter festeggiare lo sblocco della vicenda in occasione del «Canta Natale» di domenica prossima, è destinato a rimanere tale. Per la fumata bianca, infatti, bisognerà sicuramente attendere il 2020.
Magani
«Mi aspetto qualcosa di più. Disponibile a riunioni anche alla vigilia di Natale»