Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nata cieca e tetraplegica in ospedale Sentenza sul maxi-indennizzo vicina
Appello in civile, depositata la condanna arrivata in Cassazione
Ad aprile ogni giorno sarà buono per la sentenza della Corte d’appello civile di Venezia che deve pronunciarsi sulla congruità o meno dei 5,1 milioni di euro di risarcimento danni decisi in primo grado nel capoluogo polesano a favore di Eleonora Gavazzeni, la bambina nata cieca e tetraplegica il 3 dicembre 2008 all’ospedale «Santa Maria della Misericordia».
Contro la decisione del giudice rodigino hanno fatto ricorso in Appello le assicurazioni «Lloyd’s» e «Am trust Europe Limited».
Ieri l’avvocato dei familiari bambina, Mario Cicchetti, ha depositato la sentenza penale della Cassazione riguardante le due ginecologhe che si occuparono di quel parto, Cristina Dibello e Paola Cisotto (ora in pensione).
Nonostante il reato sia prescritto, ha deciso la Suprema Corte, per le due donne è arrivata comunque la condanna a una provvisionale.
Nella precedente udienza, dello scorso marzo, s’era discusso con toni molto polemici riguardo all’aspettativa di vita di Eleonora Gavazzeni. Le due compagnie assicuratrici avevano presentato altrettante consulenze, con l’obiettivo di ridurre la portata del risarcimento. Secondo quella del neonatologo Marcello Orzalesi, per il «Lloyd’s», Eleonora ha un’aspettativa di vita tra i 10 ed i 20 anni.
Invece per Claudio Rota, responsabile di Pediatria dell’ospedale di Sassuolo e consulente di «Am Trust Europe Limited», l‘aspettativa di vita della minore è tra i 30 e i 40 anni. Al riguardo, i giudici veneziani hanno deciso di non affidare nessun incarico.