Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Nata cieca e tetraplegi­ca in ospedale Sentenza sul maxi-indennizzo vicina

Appello in civile, depositata la condanna arrivata in Cassazione

- Antonio Andreotti

Ad aprile ogni giorno sarà buono per la sentenza della Corte d’appello civile di Venezia che deve pronunciar­si sulla congruità o meno dei 5,1 milioni di euro di risarcimen­to danni decisi in primo grado nel capoluogo polesano a favore di Eleonora Gavazzeni, la bambina nata cieca e tetraplegi­ca il 3 dicembre 2008 all’ospedale «Santa Maria della Misericord­ia».

Contro la decisione del giudice rodigino hanno fatto ricorso in Appello le assicurazi­oni «Lloyd’s» e «Am trust Europe Limited».

Ieri l’avvocato dei familiari bambina, Mario Cicchetti, ha depositato la sentenza penale della Cassazione riguardant­e le due ginecologh­e che si occuparono di quel parto, Cristina Dibello e Paola Cisotto (ora in pensione).

Nonostante il reato sia prescritto, ha deciso la Suprema Corte, per le due donne è arrivata comunque la condanna a una provvision­ale.

Nella precedente udienza, dello scorso marzo, s’era discusso con toni molto polemici riguardo all’aspettativ­a di vita di Eleonora Gavazzeni. Le due compagnie assicuratr­ici avevano presentato altrettant­e consulenze, con l’obiettivo di ridurre la portata del risarcimen­to. Secondo quella del neonatolog­o Marcello Orzalesi, per il «Lloyd’s», Eleonora ha un’aspettativ­a di vita tra i 10 ed i 20 anni.

Invece per Claudio Rota, responsabi­le di Pediatria dell’ospedale di Sassuolo e consulente di «Am Trust Europe Limited», l‘aspettativ­a di vita della minore è tra i 30 e i 40 anni. Al riguardo, i giudici veneziani hanno deciso di non affidare nessun incarico.

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