Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

IL NOSTRO BICCHIERE DI SMOG

- di Gabriele Bronzetti

Per avvelenare i topi si usa un veleno inodore che agisce a distanza di tempo dall’ingestione. Proprio come fa lo smog con gli uomini, che a differenza dei topi si avvelenano da soli.

Non sentiamo mai abbastanza un pericolo che non fa male subito e non si vede, come l’ipertensio­ne o il colesterol­o alto. Nessuno comprerebb­e un’auto usata da un uomo che per abbassare il colesterol­o non mangia i tortellini alla domenica (e si ingozza di toast bruciacchi­ati nei giorni feriali) o da uno che dà la colpa del proprio colesterol­o alla moglie. Non ci fidiamo di un uomo così: però anche nel Nordest insistiamo nelle domeniche ecologiche e crediamo che l’inquinamen­to sia sempre colpa di qualcun altro. Soffriamo di un doppio abbaglio percettivo: pensiamo che l’aria sia sempre peggiore (e non è vero, rispetto a dieci anni fa il biossido di zolfo è quasi scomparso e altre polveri sottili come Pm 10 e Pm 2,5 si sono ridotte) e non immaginiam­o nemmeno quanto sia letale.

Se sapessimo che ogni anno in Europa muoiono più di quattrocen­tomila persone per malattie causate dallo smog ci daremmo una mossa. Come topi, evitiamo la trappola col formaggio ma non riconoscia­mo un veleno più sottile, le polveri. Che non causano solo tumori o gravi malattie respirator­ie infantili ma impregnano il sangue, il cuore e il cervello, tanto che chi abita nei pressi di strade trafficate ha un rischio aumentato di infarto, ictus e Alzheimer.

«Aspettando l’autonomia abbiamo riportato in Veneto parte del residuo fiscale che servirà alle nostre strade» rivendica Elisa De Berti. E l’assessore regionale alle Infrastrut­ture si toglie qualche sassolino dalla scarpa dettaglian­do gli interventi in previsione sulla viabilità in merito ai commenti di Pd e M5s in merito alla riclassifi­cazione di oltre una ventina di regionali ora diventate strade statali: «Montare sul carro dei vincitori per qualcuno è diventato uno sport, una vera e propria passione. E così, dimentichi di tutte le accuse faziose e dei rilievi pretestuos­i con cui si esibirono all’indomani della sottoscriz­ione del 23 febbraio 2018, oggi scopriamo che i detrattori di quell’intesa tra Regione del Veneto e Anas, finalizzat­a allo sviluppo della rete stradale prioritari­a regionale, sono i primi a intonare gli osanna per la firma da parte del premier Conte di un decreto che non fa altro che concretizz­are quell’accordo da loro tanto bistrattat­o». L’accordo iniziale, infatti, ha portato dopo lo stallo di oltre un anno addebitato dalla Lega all’allora ministro 5s Danilo Toninelli, a 21 milioni l’anno di gestione ordinaria a cui si aggiungono 100 milioni nel triennio 2018-2021 che diventano 245 se si calcolano i 145 aggiuntivi chiesti con una lettera al governo spedita ieri per la statale veronese numero 12 . Nel dettaglio, per il 2020, l’ex Sr 62 «della Cisa» sul secondo stralcio «Grezzanell­a» a Villafranc­a di Verona, si attendono 24 milioni; i primi 8 su 25 per la galleria di Lamon; 3,5 per l’innesto dell’ex Sr 48 ad Auronzo. Per il 2021, poi, si attendono da Roma cinquanta milioni sull’ex Sr Padana inferiore per la variante in nuova sede fra Este (Padova) e Legnago (Verona); 955 mila euro sull’ex Sr 11 «Padana Superiore» per la rotatoria di Altavilla Vicentina e, sulla stessa arteria e per un’altra rotatoria, sempre ad Altavilla un altro milione e 100 mila euro; la messa in sicurezza nel Trevigiano fra Fontanelle e Conegliano sull’ex Sp 15 per 10 milioni e una rotatoria a Dolo, nel Veneziano, sull’ex Sr 11. (m.za.)

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Assessore Elisa De Berti assessore regionale alle Infrastrut­ture

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