Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’omaggio dei veneti a Bettino Craxi «Un grande statista»
Hammamet, Fincato e Cresco: «Rendiamo omaggio a Bettino»
«Bettino fu un amico e uno statista». «Nel partito ero un suo oppositore, ma fu un grande politico». Laura Fincato e Angelo Cresco, ex parlamentari del Psi, sono volati ad Hammamet, in Tunisia, per commemorare i 20 anni della scomparsa del leader socialista. In serata è arrivato anche Maurizio Sacconi.
«Ricordo bene quella telefonata. Ero a casa, stavo male per un attacco di emicrania: “È morto Bettino”, mi dissero. Quelle parole mi spezzarono il cuore, mi procurarono un dolore fisico».
Laura Fincato arretra le lancette del tempo a vent’anni fa, al 19 gennaio 2000, giorno della morte di Bettino Craxi. Del leader che, nel bene e nel male, aveva segnato la storia d’italia nei ruggenti anni Ottanta. «Era un amico oltreché un compagno di partito. Un uomo che, dalla sua casa di Hammamet, citava continuamente il nostro Paese. Ci portava al porticciolo e indicando il largo diceva: “L’italia si trova da quella parte”. Sono stata testimone diretta della sua sofferenza», afferma l’ex parlamentare veneziana e sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Fincato, assieme ad un nutrito gruppo di politici (fra i quali Angelo Cresco, più volte sottosegretario, e l’ex ministro trevigiano Maurizio Sacconi) e simpatizzanti si trova in Tunisia per commemorare i vent’anni della scomparsa di Craxi. E proprio da Hammamet racconta di quel leader capace di dividere ancora i giudizi politici e storici, fra chi definisce «esilio» e chi «latitanza» la fuga nel buen retiro africano dopo le sentenze sullo scandalo di Tangentopoli. «Ho vissuto buona parte della mia vita politica con Bettino. Mi chiamava Lauretta. Quando penso a lui non posso non ricordare l’uomo politico capace di dire “no” a Reagan, di rinunciare alla falce e martello per il garofano, un simbolo di rinnovamento. Il leader che aiutò, finanziandoli, i movimenti democratici in Grecia, Cile, Portogallo e Spagna. Che fu ricevuto con tutti gli onori da Deng Xiaoping in Cina. Ecco chi era Craxi: l’uomo che commise anche degli errori, ma che avviò un percorso riformista che l’italia di oggi, purtroppo, non ha ultimato».
«Bettino fu, di fatto, il capro espiatorio della classe politica dell’epoca», rilancia il veronese Angelo Cresco, cinque volte parlamentare e sottosegretario socialista. Anche lui risponde da Hammamet, e non è la sola volta che si reca in Tunisia. «Vengo ogni anno», dice. «E lo sa perché? Ho provato un senso di colpa nei suoi confronti. Nel Psi militavo nella corrente Lombardiana, di sinistra, ed ero un oppositore di Craxi. E quando nel 1993 si recò in Parlamento per quel famoso discorso sui finanziamenti illeciti nessuno dei suoi “fedelissimi”, tipo Rutelli tanto per intenderci, volle sedersi accanto a lui. Lo facemmo io ed un altro compagno, e gli dissi provocatoriamente: dove sono i tuoi amici? Ho rimorso di quelle parole». E come lo definirebbe, rispetto ai leader odierni? «Le cito un episodio: quando, con Andreotti, ci recammo in Polonia, Lech Walesa ci ringraziò per l’aiuto fornito proprio da Craxi contro il regime. Di fatto fu l’ultimo grande statista del nostro Paese. Ecco perché la storia gli renderà giustizia».