Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nel Pd è tutti contro tutti nella notte il voto per candidare Lorenzoni
Caccia all’anti Zaia, nella notte il sostegno al professore
«Hanno paura di tutto e più di tutto del futuro. Quindi traccheggiano» sbottano i dem che vorrebbero candidare il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni qui, subito, spostando la barra a sinistra, rotta Sardine, Grete & co, e che sia finita. «Questi vogliono che il Pd dichiari fallimento, stanno rifacendo il Pci» strabuzzano gli occhi i dem che invece spingono per il candidato di partito, per salvare almeno l’onore, dicono, in una partita che contro Zaia è già persa in partenza. Proprio le Sardine da fuori spingono: «Non c’è più un minuto da perdere, è indispensabile creare subito l’alternativa alla Lega». Detto così, sembra facile.
La sala Gramsci, dove si dovrebbe decidere che fare alle Regionali, è satura di fumo. Da una stanzetta esce il segretario Alessandro Bisato e si capisce che non sa da che parte girarsi: «Che si fa?» «Non lo so». «Che schifezza» sospira un militante, «ex ferroviere», precisa.
Poi tutti si voltano: passano i tre sottosegretari, Andrea Martella, Achille Variati, Pierpaolo Baretta. Fiato sospeso. Ma tirano dritto. E si richiudono di sopra.
Pare abbia chiamato Nicola Zingaretti: «Sta con Lorenzoni», assicurano i beninformati. Ma forse è una finta, o almeno così sospettano quelli dell’area Martina (non tutti, sono divisi), che stanno con gli ex renziani di Base riformista, che dialogano col gruppo di Franceschini, tutti contro Orlando... benvenuti a San Valentino in casa Pd, ovvero quando l’amore per il partito è più forte di quello tra marito e moglie. «La mia mi ha detto: ma dove vai stasera, dall’amante?» Sorride Lucio Tiozzo, ex capogruppo in Regione.
Tutti ridono. Bisato no, passa veloce. C’è il «lodo Baretta»
da discutere: l’idea è nominare tre saggi, che facciano sintesi tra gli aspiranti alle primarie (Fracasso, Zanoni, Bigon, forse altri), selezionino un nome e lo portino al tavolo con Lorenzoni, con quale obiettivo non è chiaro. Un un modo per prendere altro tempo.
Sui divanetti c’è chi fa di conto su quanti consiglieri perderebbe il Pd alleandosi con i civici: forse due, se va male tre. «Meno male che la gente non ci vede» sentenzia amaro il ferroviere. Alle 21.45, con un’ora e 45 minuti di ritardo, Bisato prende la parola. Ripercorre gli ultimi, difficili giorni e presenta la situazione per quella che è, condannando «l’ignavia politica». Parla di un appoggio a Lorenzoni «da tutti i livelli del partito» ma rimette il verdetto all’uditorio.
Tocca al presidente Giovanni Tonella: sta con Lorenzoni. L’ex tesoriere Angelo Guzzo: vuole le primarie. Il deputato Vincenzo D’arienzo: denuncia l’opa di Lorenzoni sul Partito democratico. Luca Carnio: lamenta la debolezza del Pd, dice che non sa fare le primarie. Il deputato Alessandro Zan: Lorenzoni non è del Pd ma è come se lo fosse. Il consigliere regionale Graziano Azzalin: è deluso dal segretario Bisato. E Alla fine Fracasso: errore grave non assumersi la responsabilità della leadership.
Nessuno applaude, mai. E avanti così, fino a notte fonda quando, dicono, verrà infine messa ai voti la candidatura di Lorenzoni: «I numeri ci sono, passa. Giochi chiusi» giurano i suoi sostenitori. Oggi, a Villa Lattes, Vicenza, lui si ritrova col suo movimento, per lanciare la campagna elettorale. E sembra di vederlo, l’impercettibile sorriso sul volto di Zaia.
” Bisato
Gli ultimi giorni sono stati difficili ma c’è un appoggio a Lorenzoni da parte di tutti i livelli del partito
” Fracasso Un errore non assumersi la leadership abbiamo timore di non essere all’altezza