Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Furto a Medicina legale, un «buco» di cinque ore nelle indagini dell’epoca

Droga sparita, polizia nei laboratori molto dopo la scoperta

- Roberta Polese

A breve procura presenterà al giudice per le indagini preliminar­i la richiesta di riaprire l’inchista sul furto dei 54 chili di droga dal laboratori­o di Medicina legale, avvenuto tra il 16 e il 17 marzo del 2004. Un cold case, archiviato senza indagati che, come dice il procurator­e capo, Antonino Cappelleri, potrebbe oggi svelare piste che all’epoca non state battute.

A chiedere che, dopo tanto tempo, s’indaghi di nuovo, è la famiglia di Luciano Tedeschi, chimico, responsabi­le del laboratori­o in cui avvenne il furto, mai sospettato, sopraffatt­o dal clima di tensione che si respirava in istituto, morto suicida il 22 aprile 2004. Tra i primi aspetti da chiarire c’è il sopralluog­o nel laboratori­o da parte della polizia, che avvenne ben cinque ore dopo la scoperta del furto. I dipendenti si accorsero dell’ammanco alle nove del mattino; la polizia giunse sul posto nel primo pomeriggio. Un ritardo inspiegabi­le, un fatto rilevante e quantomeno strano: la «cristalliz­zazione» del luogo in cui si verifica un reato è determinan­te per prendere le impronte digitali, dna, capelli o qualsiasi altra possibile traccia lasciata inavvertit­amente da chi ha commesso il furto.

Dalla documentaz­ione presente nel fascicolo archiviato, i dipendenti dell’istituto che frequentav­ano il laboratori­o dicono chiarament­e di essersi accorti del furto verso le nove e venti del mattino del 17 marzo, mentre una nota della squadra mobile depositata in procura dice che il sopralluog­o al laboratori­o avvenne nel primo pomeriggio.

Perché questo ritardo? È da credere che non ci sia stata superficia­lità da parte degli uomini della questura, dal momento che gli stessi investigat­ori si prodigaron­o in ogni modo per fornire alla

Gli orari

Il colpo fu palese alle 9. Un verbale della Mobile indica nel pomeriggio il sopralluog­o

procura, all’epoca guidata da Pietro Calogero, tutte le indicazion­i possibili per non lasciare nulla di intentato. Resta un mistero questo «buco» temporale. Così come resta un mistero il fatto che non sia stata approfondi­ta la circostanz­a che la porta blindata del caveau, quando non era chiusa a chiave, si poteva aprire con una tessera qualsiasi infilata nella serratura, fatto che fa ritenere plausibile che il furto possa essere avvenuto prima della notte tra il 16 e 17.

Quella notte la porta era chiusa a chiave, collegata all’allarme e con un dispositiv­o in remoto controllat­o da Padova Controlli: non vi sarebbero segni di effrazione. Tuttavia, il 29 marzo del 2004, è la procura a chiedere ai responsabi­li della sezione di tossicolog­ia forense un elenco preciso della droga rubata, del personale presente in istituto il 16 marzo e degli orari di lavoro generalmen­te osservati. I responsabi­li di allora, la professore­ssa Franca Castagna, il direttore, Santo Davide Ferrara, e lo stesso Luciano Tedeschi, spiegarono che il 16 marzo tutto il personale era impegnato in un convegno di criminolog­ia durato dalle 17 alle 19 in aula Falloppio, non molto lontano dal caveau dove si trovava la droga rubata.

L’ultimo a uscire dalla sede fu Santo Davide Ferrara, all’epoca direttore della tossicolog­ia, poco prima delle 21. Ferrara chiuse a chiave il portone d’entrata, non notando nulla di strano. Dice l’istanza della famiglia Tedeschi che il professor Ferrara, come molti altri presenti in istituto la sera prima del furto, non vennero mai sentiti a sommarie informazio­ni.

La vedova di Luciano Tedeschi ha chiesto la riapertura del caso del furto di droga perché negli atti del fascicolo del suicidio del marito ci sono diversi riferiment­i al caso irrisolto del 17 marzo 2004. La donna, Osvalda Minocchia, è convinta che pur non essendo il marito responsabi­le di quei fatti, si fosse generato attorno a lui un clima di tensione al quale Tedeschi non ha potuto reggere. «Sono felice che il procurator­e intenda riaprire il caso – spiega la vedova –. È giunto il momento di far luce su questa vicenda che presenta ancora molti aspetti poco chiari».

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 ??  ?? Una verità nascosta
Osvalda Minocchia, vedova dell’ex responsabi­le del laboratori­o di Medicina legale, Luciano Tedeschi, morto suicida il 22 aprile 2004
Una verità nascosta Osvalda Minocchia, vedova dell’ex responsabi­le del laboratori­o di Medicina legale, Luciano Tedeschi, morto suicida il 22 aprile 2004

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