Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Interrogat­orio fiume per il marito di Samira «Non l’ho uccisa»

- A.A. - A.pist.

«Non ho ammazzato Samira. Si sbagliano, ce l’hanno tutti con me. Sono innocente e Allah lo sa». Questo il mantra ripetuto per oltre quattro ore giovedì pomeriggio nell’ufficio del pm rodigino Francesco D’abrosca da Mohamed Barbri, il marocchino di 41 anni accusato di aver ucciso la moglie, Samira El Attar, sparita da Stanghella lo scorso 21 ottobre, e di averne occultato il cadavere.

L’interrogat­orio fiume, chiesto dal magistrato, ha visto Barbri e il suo avvocato Daniele Pizzi ribattere colpo su colpo a tutte le accuse mosse dalla procura di Rovigo, che hanno portato al suo arresto a Madrid il 13 gennaio. Spesso piangendo, Mohamed ha sostenuto di non sapere dove sia la moglie, di non averla uccisa e di essere andato in Spagna a Capodanno per cercarla e non per fuggire. Il marocchino ha bollato come «bugiardi» tutti i testimoni che hanno deposto contro di lui, raccontand­o la sua passione per le slot-machine e il fatto che spesso fosse ubriaco oltre che geloso della consorte.

Il legale chiederà «un accertamen­to tecnico sulla pagina Facebook di Samira per verificare il contenuto di eventuali dialoghi via messenger tra la donna e le sue amicizie. Potrebbero esserci spunti importanti, sia per le indagini sia per il mio cliente». La procura ha quasi finito il suo lavoro prima di chiudere le indagini. All’appello manca solo un esame sul cellulare di Barbri. Prossimo passaggio mercoledì a Venezia al tribunale del riesame, che dovrà pronunciar­si sulla richiesta della difesa di attenuare la misura cautelare in carcere.

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