Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Stop alla sanatoria edilizia
L’ira di Calzavara: «In Emilia sì e qui no?». La Consulta: cave, ok alla legge
Due leggi venete sono state impugnate ieri dal governo. Si tratta della norma relativa al «condono» delle difformità catastali per gli edifici costruiti prima del 1977 e quella sul recupero dei sottotetti a fini abitativi. Altre tre leggi, tra cui il «Nuovo Piano casa», hanno invece avuto il via libera. La Consulta ha poi sentenziato che la legge sulle cave del Veneto è ok.
A pochi giorni dalla scadenza dei 60 giorni che ne avrebbero sancito l’entrata in vigore (il 25 febbraio), due leggi venete sono state impugnate dal Consiglio dei ministri che le ha esaminate su proposta del ministro agli Affari regionali, il dem Francesco Boccia. Si tratta della legge n.50 del 23 dicembre 2019, che riguarda «Disposizioni per la regolarizzazione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità prima dell’entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme in materia di edificabilità dei suoli)». Si tratta della legge che, per semplificare, era stata definita «condono alla veneta». Il motivo dell’impugnazione? «La legge - spiega il governo - si pone in contrasto con i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di governo del territorio, in violazione dell’art. 117 , terzo comma della Costituzione. Diversi i motivi dell’impugnazione per l’altra legge del Veneto, la n. 51, sempre del 23 dicembre 2019, recante «Nuove disposizioni per il recupero dei sottotetti a fini abitativi». Qui, per il governo, entrano in gioco «alcune disposizioni riguardanti i parametri di altezza e luminosità degli ambienti che si pongono in contrasto con i principi fondamentali posti dal legislatore statale in materia di «governo del territorio» e di «tutela della salute».
La Regione Veneto ovviamente farà ricorso. Ma le parole del presidente delle II commissione Francesco Calzavara
(Zaia presidente) non lasciano alcun dubbio sull’arrabbiatura per la bocciatura. «Sinceramente - dice - provo stupore e amarezza. La legge n. 50 sulle difformità catastali per le case costruite prima del 1977 l’abbiamo mutuata dall’emilia Romagna e non si capisce perché lì sia possibile e qui da noi no». Calzavara lascia intendere che ci sia un disegno politico dietro questa decisione del Consiglio dei ministri. «Noto che nei primi nove mesi di governo Legam5s non ci è stata impugnata alcuna legge, mentre da quando il governo ha cambiato colore tingendosi di giallorosso c’è una particolare attenzione nei nostri confronti».
Va detto che il governo ha deciso di non impugnare altre tre leggi venete, tutte votate nella seduta del 23 dicembre 2019. Si tratta della n. 49 riguardante la «Modifica alla legge regionale del 4 aprile 2019, n. 14», meglio conosciuta come «Nuovo Piano casa»,; la n. 52 relativa alle «Modifiche e integrazioni alla legge regionale 10 agosto 2012, n.29», che riguarda «Norme per il sostegno delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati in situazione di difficoltà»; la n.53 inerente lì«adeguamento dell’ordinamento regionale agli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’italia all’unione Europea» . È di ieri anche la notizia della vittoria in Corte Costituzionale della Regione Veneto contro il governo che aveva impugnato la norma che disciplina l’attività di cava. Il consiglio dei ministri aveva deliberato di impugnare le norme approvate a metà marzo del 2018, dopo 36 anni di attesa, nella convinzione che «varie disposizioni riguardanti i provvedimenti autorizzatori dell’attività di coltivazione
” Calzavara Da quando il governo ha cambiato colore diventando giallorosso c’è una particolare attenzione nei nostri confronti
delle cave e dell’attività estrattiva invadono la competenza riservata allo Stato dall’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, in materia di tutela dell’ambiente». Allora si arrabbiò parecchio l’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin, che parlò di motivazioni infondate. «È, come sempre, un chiaro attacco politico nei confronti del Veneto – disse all’epoca Bottacin - da parte di un governo non eletto e con i minuti contati. In precedenza ci avevano detto che secondo loro c’erano solo alcune cose da sistemare e la nostra Avvocatura aveva puntualmente argomentato rispondendo alle obiezioni sollevate con una lettera in cui si proponeva comunque di tenerne conto, facendone oggetto di un correttivo legislativo. Ma il governo se ne è ampiamente fregato e ha impugnato la nostra legge. Ce ne faremo una ragione, ma non si può non evidenziare che hanno anteposto lo strumentale attacco politico a una legge che il Veneto attendeva dal 1982». La Consulta ha sentenziato che l’impugnazione era «infondata». E ora la legge è arrivata.