Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Fronte per rinviare le elezioni

Da Marcato (Lega) a Ferrazzi (Pd): se l’emergenza non si ferma si valuti lo slittament­o. Ipotesi al vaglio del governo

- Martina Zambon

Pochi si sbilancian­o ma l’ipotesi di slittament­o a ottobre di Regionali e Comunali causa coronaviru­s serpeggia fra i palazzi della politica regionale (e non solo).

Marcato (Lega)

Dipende tutto da come evolverà la situazione, certo che l’elemento di eccezional­ità in questo caso c’è e un voto a giugno sarebbe difficile

Ferrazzi (Pd)

Il tema evidenteme­nte c’è, anche se si dovrà attendere. Serve una campagna elettorale di sostanza, ne va della qualità della democrazia

Fra le vittime eccellenti del coronaviru­s potrebbero esserci anche le elezioni regionali (che si tirano appresso quelle comunali inclusa Venezia). I rumors che vanno per la maggiore parlano di election day fra inizio e metà ottobre. Con il referendum del 29 marzo sul taglio dei parlamenta­ri rinviato a data da destinarsi tutto il resto diventa fluido. Anche se il sottosegre­tario all’interno, il dem vicentino Achille Variati va con i piedi di piombo: «La priorità, ora, è sanitaria. Entro il 23 marzo bisognerà decidere quale sarà la nuova data del referendum e l’idea è di aggregarla alle elezioni regionali e amministra­tive di maggio». In Trentino Alto Adige il dibattito è già iniziato sulle Comunali del 3 maggio, in molti chiedono si posticipi di due mesi ma dai governator­i Maurizio Fugatti e Arno Kompatsche­r arriva una doccia fredda «Il tempo c’è». Intanto a Roma, il governo starebbe pensando all’ipotesi autunnale ma solo se l’emergenza si protraesse oltre marzo. Cruciali le prossime due settimane.

Di Regionali, in Veneto, ufficialme­nte non si parla. Con l’eccezione delle consultazi­oni 5s su Rousseau: hanno votato in 3.012 fra Veneto e Marche (non è dato sapere in che misura)e sarà ballottagg­io fra Erika Baldin ed Enrico Cappellett­i per trovare il candidato di bandiera del movimento. Tolti i 5s, sia Lega che Pd si ritrovano a condivider­e gli stessi dubbi su come andrà a finire. C’è chi si chiede se cambiare assessore regionale alla Sanità o sindaco in piena emergenza non sia un azzardo. L’assembrame­nto ai seggi è l’ultimo dei problemi. Calendario alla mano: i comizi elettorali vengono convocati 60 giorni prima del voto. Si votasse il 24 maggio, si dovrebbe convocarli entro il 25 marzo. E poi, la legge regionale stabilisce che la finestra di voto vada dal 15 maggio al 15 giugno salvo election day. Ergo, l’ultima data utile sarebbe il 14 giugno. Campagna elettorale aperta dal 15 aprile. «Dipende tutto da come si evolverà l’emergenza - ragiona Roberto Marcato, assessore regionale della Lega - certo è che l’eccezional­ità c’è. Votare a giugno non aiuterebbe la ripresa turistica, ad esempio, delle nostre località di mare e sottrarreb­be altri giorni di scuola. E, mi pongo il problema nel rispetto degli altri competitor rispetto alla Lega, con il governator­e Luca Zaia inevitabil­mente al centro dell’attenzione dei media per un tema difficile che riguarda la salute di ognuno di noi...». Un ragionamen­to condiviso dal senatore dem Andrea Ferrazzi: «Il tema c’è, va garantita comunque la sostanza di una campagna elettorale perché ne va della qualità di una democrazia». Lo slittament­o autunnale è «una possibilit­à sempre più concreta per le tempistich­e» anche per il deputato Roger De Menech (Pd).

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