Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Stop alla quarantena, atteso il via libera da Roma

Crisanti: «Bene, ma il rischio resta». Iniziato ieri il nuovo screening di massa degli abitanti

- Michela Nicolussi Moro

Si attendo il via libera del governo alla richiesta del Veneto di consentire a medici e infermieri negativi al test ma venuti in contatto con pazienti infetti di restare al lavoro invece di fare 14 giorni di quarantena. Su base volontaria. Del resto nella nostra regione gli operatori sanitari a casa sono già 732.

Solo oggi si saprà se il governo toglierà la zona rossa a Vo’ Euganeo o se la prolungher­à. «Il comitato tecnico-scientific­o sta analizzand­o le informazio­ni e i dati raccolti — ha annunciato il commissari­o per l’emergenza, Angelo Borrelli —. Oggi conoscerem­o la sorte delle zone rosse del Lodigiano e di Vo’ Euganeo». Nel frattempo, stando all’andamento dei contagi rilevati dalla Regione negli ultimi tre giorni, la situazione nel Comune padovano sembra essersi stabilizza­ta. Anzi, la gente comincia a guarire, dato che i positivi sono scesi da 90 a 84.

«In effetti dall’inizio dell’emergenza non sono emersi altri casi gravi (dopo quelli di Adriano Trevisan, morto il 21 febbraio scorso, e di un concittadi­no di 67 anni ricoverato insieme a lui, ndr) — illustra il professor Andrea Crisanti, a capo del Laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia dell’università di Padova, che esamina tutti i tamponi del Veneto —. Con le cautele del caso, al momento possiamo affermare che l’isolamento è servito. E anche, sempre stando ai parametri attuali, che il Veneto sembra essere la regione in cui i contagi non stanno aumentando in maniera drammatica (come in Lombardia e in Emilia, ndr). Il loro numero pare stabilizza­rsi, ma potrebbe essere una calma momentanea — aggiunge Crisanti — perché tutto dipende dal movimento delle persone. Se non fossimo vicini a Lombardia ed Emilia, la situazione sarebbe sotto controllo». Insomma, siamo ancora a rischio, ma per l’evolversi della situazione nel resto del Nord, perché qui i sacrifici affrontati dagli abitanti di Vo’ sembrano aver sortito l’effetto sperato. «Si può dire che le misure prese hanno smorzato la diffusione del virus nel focolaio iniziale e non mi pare poca cosa», conferma Crisanti.

Ieri intanto è iniziato il secondo campioname­nto dei residenti di Vo’ da parte dell’università di Padova che, coadiuvata dalle infermiere e dai volontari della Croce Rossa, ha avviato uno studio per inquadrare la storia naturale del coronaviru­s Covid-19. «Quando siamo arrivati, alle 9, la gente era già in coda per rifarsi il tampone — racconta il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina e al lavoro con specializz­andi di Malattie infettive, Fisiatria e Chirurgia —. I primi ad affrontarl­o sono stati il sindaco Giuliano Martini e una signora anziana con il deambulato­re, che ha aspettato pazienteme­nte il suo turno. E ci ha ringraziat­i, come tanti altri cittadini, perché si sentono più controllat­i, più sicuri. Abbiamo lavorato fino al tardo pomeriggio, non ci siamo mai fermati». Sono arrivati pure studenti, famigliole con i bambini, coppie. Tutti hanno firmato il consenso informato e si sono affidati ai 14 operatori, distribuit­i su quattro postazioni-tampone e quattro di identifica­zione, che torneranno oggi e domani. Obiettivo: mille tamponi al giorno.

Andrea Crisanti Ad oggi sembra che l’isolamento abbia smorzato la diffusione del virus. Non è poco

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