Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
E Venezia denuncia i turisti in gita «Decreto violato»
Nei guai una coppia straniera giunta in treno con l’hotel prenotato. A Treviso polizia locale col megafono per «disperdere» i ragazzini. I prefetti: serve l’aiuto di tutti
Alla stazione di Venezia Santa Lucia, ieri, gli agenti della polizia ferroviaria hanno controllato per tutto il giorno gli arrivi in laguna, finendo anche per scoprire una manciata di «infiltrati». Tra loro, anche i primi turisti rispediti indietro con in tasca una denuncia per inosservanza dei provvedimenti delle autorità.
Nei guai sono finiti due rumeni, sorpresi a scendere da un treno arrivato da Milano. Ai poliziotti che hanno chiesto loro conto della loro gita in laguna, la coppia ha risposto che si stava muovendo verso l’hotel che avevano prenotato ma, non avendo alcuna giustificazione per aver varcato i confini della zona rossa, i due stranieri sono stati rispediti nel capoluogo lombardo con il primo treno. Ora dovranno rispondere in tribunale per aver violato il decreto del governo che vieta di entrare nelle provincie di Venezia, Padova e Treviso salvo casi eccezionali.
È andata meglio a una coppia argentina: arrivava da Firenze e aveva un volo per tornare in Sudamerica prenotato per oggi proprio dall’aeroporto Marco Polo. È stato quindi concesso loro di rimanere in provincia solo per una notte, il tempo strettamente necessario al loro rimpatrio.
Ma se a far scalpore è la notizia dei turisti denunciati a Venezia, ieri è comunque stata una giornata di controlli in tutto il Veneto. Solo nel capoluogo regionale, sono stati una quarantina gli equipaggi delle forze dell’ordine - per un totale di circa 80 uomini - impegnati per garantire il rispetto delle restrizioni sugli spostamenti nell’area rossa, così come era «disegnata» prima della decisione di estenderla a tutto il territorio nazionale, presa ieri sera dal governo e in vigore da oggi.
Pattuglie di polizia, carabinieri e guardia di finanza si sono spostati da un varco all’altro fermando «a campione» gli automobilisti per controllare le autocertificazioni che giustificavano gli sposta
menti. Nessuna denuncia nei confronti dei conducenti: ieri e domenica l’obiettivo era principalmente quello di sensibilizzare i viaggiatori.
Denunce sono invece scattate a Jesolo, dove la polizia locale ha pattugliato il territorio - spiaggia compresa - per evitare assembramenti. Quattro attività commerciali rischiano la sanzione da 206 euro. tra loro, alcuni chioschi nei quali non si rispettavano le «distanze di sicurezza». Il sindaco Valerio Zoggia assicura: «Nei prossimi giorni i controlli proseguiranno. Anche a noi viene chiesto un impegno per aiutare il Paese a superare la situazione di emergenza. misure possono sembrare severe ma riguardano la salute di noi stessi, dei nostri cari, del vicino di casa e della nostra stessa comunità».
Controlli già partiti anche nel Padovano. «Prima di tutto il rispetto delle norme per gli esercizi pubblici con la chiusura alle 18, un richiamo forte a non creare assembramenti e la verifica delle comprovate esigenze della mobilità», riassume il prefetto Renato Franceschelli. L’invito a restare a casa è rivolto anche ai più giovani, che spesso si radunano all’aria aperta senza rispettare l’ormai nota regola del droplet. «Anche loro potranno essere multati - ricorda - ma la cosa fondamentale è che capiscano il rischio che corrono».
Su questo fronte, a Treviso, oltre ai monitoraggi lungo le vie d’accesso alla provincia, ieri la polizia locale girava con il megafono, ordinando ai ragazzini di non raggrupparsi e di ritornare a casa.
Forze dell’ordine in allerta anche in quelle che fino a ieri non erano catalogate come «aree a contenimento rafforzato». A Vicenza sono stati eseguiti controlli nei locali per verificare il rispetto delle norme, a cominciare da quella che fissa in un metro la distanza tra le persone e da quella che obbliga a servire i clienti ai tavoli e non al bancone. I vigili urbani hanno monitorato pure i ristoranti, ma senza denunce: «Finora non abbiamo accertato violazioni – dice il prefetto, Pietro Signoriello – e anzi abbiamo riscontrato la piena collaborazione degli esercenti, segno che il messaggio di massima attenzione sta passando».