Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Finalmente, giusto fermare tutto Ma lo sport di base è in ginocchio»
L’INTERVISTA GIANFRANCO BARDELLE Il numero uno del Veneto: «Il caso della Kioene è simbolico, c’era troppa confusione»
Gianfranco Bardelle, da presidente del Coni veneto come sta vivendo l’emergenza per il coronavirus?
«Ho 79 anni ed è chiaro che non sia facile per me, come per tutti, sottostare a tutti i divieti... Ma in questo momento ci dev’essere un grande senso di responsabilità di tutti, vanno messi da parte i personalismi e bisogna attenersi scrupolosamente ai dettami che ci vengono impartiti da chi di dovere».
Il calcio sembrava andare un po’ per conto suo, mentre il resto del mondo dello sport si era già fermato. Ieri la decisione di Malagò di bloccare tutto fino al 3 aprile...
«Ci deve essere una regia unica, come sta accadendo e sono contento che Giovanni Malagò abbia assunto la decisione di fermare lo sport in ogni ordine e grado fino al prossimo 3 aprile. Non si poteva fare altrimenti».
Quindi è d’accordo con questa decisione?
«Al 100%. E assurdo che nel mondo del calcio, giusto per fare un esempio, ci fossero categorie come la C in cui alcune squadre giocano e altre no, in cui ci sono interi gironi come quello sud che vanno avanti e altri fermi».
Lei è in contatto con il governatore della Regione Veneto Luca Zaia?
«In continuazione, ci sentiamo molto spesso. La situazione di emergenza sta colpendo tutti i cittadini e quindi anche il mondo dello sport nel suo complesso». Qualche esempio? «Parliamo delle piscine comunali e delle strutture pubbliche. In Veneto ce ne sono 41, la media dei dipendenti assunti è di dieci unità, poi ci sono tutti gli istruttori e chi lavora per garantire i corsi di nuoto. Tutte queste persone al momento sono a casa, bisogna trovare il modo di fronteggiare l’emergenza».
Le piscine termali sono grossa difficoltà...
«Questo settore è già al collasso. Ci sono state decine di cancellazioni di prenotazioni, i corsi sono annullati, chiudono gli esercizi interni, si è fermato tutto».
Altri casi?
«Sono chiuse tutte le palestre, sono stati sospesi tutti i corsi, sono state chiuse le tensostrutture che ospitano partite amatoriali. Insomma, è in tutto bloccato da tempo. I custodi delle palestre non lavorano, non lavorano le segreterie, è tutto fermo».
Il caso nel volley della Kioene Padova accaduto domenica a Milano è esemplificativo:
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Le piscine
Sono in contatto con Zaia Non sta lavorando nessuno, il danno sarà enorme per lo sport
come lo valuta?
«C’era una partita in programma a Milano, che era in programma fino a due ore prima dell’inizio, poi improvvisamente si scopre che non si può giocare perché qualcuno all’interno della struttura o un giocatore ha la febbre. Non si può e non si poteva andare avanti così, giusto che Malagò abbia tagliato la testa al toro in questo modo».
La crisi che si sta generando da questa situazione colpisce tutti gli sport indistintamente o ci sono movimenti che più di altri risentiranno del contraccolpo?
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I consigli agli sportivi Fate una corsa all’aria aperta, a piedi o in bici, stando attenti a tenere le distanze dagli altri
«Se si blocca tutto è evidente che tutti ne saranno danneggiati. Ci sono sport come il calcio che muovono più soldi, ce ne sono altri che ne muovono meno, ma questa situazione coinvolge tutti, indistintamente». Cosa vorrebbe suggerire a chi cerca una via di sfogo nello sport individuale?
«Di fare una corsa all’aria aperta, di prendere la bicicletta e di farsi un bel giro sulle due ruote quando non si sta a casa. Di fare esercizio fisico anche semplicemente camminando all’aria aperta, tenendo la distanza di sicurezza di un metro dagli altri. Ci sono tante possibilità, volendo. In attesa, ovviamente, che finisca questa maledetta tempesta».