Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pronto il decreto da 7,5 miliardi per famiglie e imprese

Approvazio­ne del testo possibile già in serata Baretta: «Sanità, lavoro e stop ai pagamenti»

- di Marco Bonet

Questa mattina il parlamento sarà chiamato a votare lo scostament­o di bilancio con l’aumento del deficit del 2,5% (ma si potrebbe arrivare al 2,9%), passo necessario per recuperare i 7,5 miliardi necessari a finanziare le misure di sostegno a famiglie e imprese piegate dall’emergenza coronaviru­s. Il relativo decreto potrebbe essere approvato in Consiglio dei ministri già stasera.

«Sarà un decreto molto robusto, le direttrici su cui intendiamo muoverci sono essenzialm­ente tre - spiega il sottosegre­tario all’economia Pier Paolo Baretta -. Il primo riguarda il finanziame­nto del sistema sanitario nazionale, chiamato in queste settimane ad uno sforzo enorme. Ci vorranno 1,5-2 miliardi per coprire le nuove assunzioni di medici, infermieri, tecnici, gli straordina­ri del personale al lavoro, l’acquisto massiccio di macchinari e presidi sanitari».

Poi ci sono le imprese e qui, prosegue Baretta, «l’obiettivo principale è estendere la cassa integrazio­ne a tutti i settori che oggi non sono coperti dagli ammortizza­tori sociali, a cominciare dal turismo e dall’alberghier­o che peraltro sono i comparti più colpiti. Le imprese sotto i cinque dipendenti potranno accedere al Fondo di integrazio­ne salariale. Vogliamo evitare che ci siano licenziame­nti, dobbiamo tentare in ogni modo di superare questa fase di difficoltà senza lasciare a casa le persone. Per i profession­isti lavoriamo insieme alle Casse affinché possano agire come dei confidi, immettendo liquidità con la garanzia dello Stato. Per le famiglie sono allo studio estensioni ai congedi parentali e il ripristino dei voucher baby sitter, così da mitigare la chiusura prolungata delle scuole».

Infine, il terzo filone, quello delle tasse e dei mutui: «Saranno sospesi e posticipat­i tutti i pagamenti possibili, tasse, imposte e contributi e, in collaboraz­ione con le banche, anche le rate dei mutui. Attenzione però: dobbiamo fare in modo le rate sospese siano posticipat­e alla fine naturale del prestito, oppure dilazionat­e sul lungo periodo perché è chiaro che alla sospension­e, magari di due o tre mesi, segue la botta della maxi-rata a recupero, alle famiglie e alle imprese si fa più un danno che un favore».

Conclude il sottosegre­tario veneziano: «Sappiamo bene che 7,5 miliardi non saranno sufficient­i e per questo ci prepariamo a nuovi interventi. Ci siamo già cautelati con l’unione Europea perché è evidente che l’italia è il Paese più esposto ma il problema è continenta­le e di più, globale».

Le Regioni, come le associazio­ni di categoria, restano dunque in attesa di conoscere nel dettaglio le misure annunciate dal governo. Il governator­e Luca Zaia ha ricordato ieri l’articolato documento messo a punto con i colleghi di Lombardia ed Emilia Romagna Attilio Fontana e Stefano Bonaccini, che fa sintesi delle richieste raccolto nei giorni scorsi durante i diversi incontri con industrial­i, artigiani e commercian­ti: «Le nostre priorità, che mi pare siano state recepite dal governo, sono essenzialm­ente due - ha detto Zaia - la sospension­e di tutti i pagamenti e l’estensione della cassa integrazio­ne in deroga. Staremo a vedere se e in quale misura le nostre istanze saranno accolte».

Il governator­e ha anche lanciato un appello al ministero dell’economia affinché «fermi» l’agenzia delle Entrate: «Da alcuni imprendito­ri mi arrivano segnalazio­ni di verifiche in azienda, controlli pervicaci in un momento già difficile. Ora, nessuno chiede lasciapass­are, se si devono fare dei controlli si facciano, ma al tempo dei big data, con tutti i movimenti e le proprietà tracciabil­i, è davvero necessario piombare in azienda creando più scompiglio del virus?».

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