Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Dopo 30 anni, vedo l’alba e vendo brioches»
Coprifuoco da virus, storie di riconversione dei locali. Come nel caso di Birrolandia
«In trent’anni non avevo mai visto la città alle 6 di mattina con gli occhi di un lavoratore». Emanuele Alfonzetti, per tutti Lele, è il titolare di Birrolandia, la birreria più longeva del quartiere Forcellini che ha stravolto le sue abitudini per tentare di restare a galla. Mentre in queste ore si paventa addirittura l’ipotesi di chiudere per 15 giorni ogni attività esclusi supermercati e farmacie, i gestori dei locali provano a reinventarsi. Alfonzetti in tempo di Coronavirus - e in poche ore - è passato dallo spillare bionde o ambrate a puntare su caffè, brioches e cappuccini. L’orario di apertura? Dalle 6 alle 18, quasi un paradosso per chi abitualmente accoglie i clienti dalle 19 alle 2 di notte col suo ormai celebre «Ciao Ragazzi». «L’alba l’ho vista solo quando chiudevo tardi, ma era per tornare a casa a fine turno scherza - è tutto strano, anche solo il fatto di pensare che alle 23.30, dopo un film, vado a dormire. Per noi è un cambio epocale. Oggi (ieri, ndr) tutto sommato qualcosa abbiamo venduto: circa 25 brioches, quasi tutte per i lavoratori della zona che iniziavano o andavano in pausa». Dover consigliare se scegliere il cornetto alla nutella o quello alla marmellata non è proprio come stappare una Ipa americana o versare una Weizen tedesca con panino al wurstel: «Mi è venuta l’idea di provare a servire le colazioni, i pranzi e gli snack di metà pomeriggio. I dipendenti sono tutti collaborativi perché purtroppo il problema riguarda anche loro. Lavoreremo a turni, qualcuno farà un po’ di ferie, altri riposeranno anche in base alle esigenze familiari». Non appena ha esposto la sua idea sui social network tanti amici e clienti lo hanno incoraggiato con messaggi e pacche sulle spalle virtuali. «È vero che sono qua per vendere birra e panini e il nostro scopo di solito è aggregare, stavolta vogliamo dare un servizio in più con le precauzioni del caso, magari anche ai nostri “vicini” della Croce Verde sono particolarmente sotto pressione». Altri hanno seguito il suo esempio. Il pub Asinella di via Chiesanuova si è organizzato per consegnare taniche di birra a domicilio e L’enoteca La Moscheta di Corso Milano ha deciso di chiudere mantenendo attiva solo la vendita di vino per asporto.