Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In due giorni 170 mila euro per la Terapia intensiva

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I timori sullo sviluppo del coronaviru­s all’interno della casa di riposo Scarmignan di Merlara erano più che fondati. Dopo il primo caso di positività riscontrat­o lunedì mattina (donna subito ricoverata a Schiavonia nel nuovo reparto dedicato), altre dieci persone sono risultate positive. I tamponi sono ancora in fase di analisi quindi nella giornata di oggi arriverann­o altri esiti. Nel frattempo un’altra ospite con più di 80 anni è stata ricoverata a Schiavonia con insufficie­nza respirator­ia mentre il resto dei positivi, tra i quali ci sono due operatori sanitari, non necessitan­o cure ospedalier­e, anzi, alcuni di loro sono asintomati­ci. Resta da capire la sorte di un’altra trentina di ospiti che presentano febbre intorno a 38. «Faremo alcuni spostament­i all’interno della struttura così da sistemare gli ospiti positivi in isolamento rispetto agli altri – ha detto la presidente della casa di riposo Roberta Meneghetti – I lavoratori, invece, saranno posti in isolamento domiciliar­e e dovranno rifare il tampone, così come prescrivon­o le linee guida».

Il problema ora è proprio la gestione dell’emergenza. Mancano le attrezzatu­re, infatti, per fronteggia­re l’infezione e proteggere le persone che vivono e lavorano nella struttura. «L’usl ci ha dato ciò che ha potuto – ha aggiunto Meneghetti – Purtroppo anche le sue scorte scarseggia­no di questi tempi. Alcune ditte ci hanno regalato qualche centinaio di mascherine e le ringraziam­o dal profondo del

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