Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Mercato semi deserto treni vuoti e controlli Rovigo è «zona rossa»
Quattro nuovi contagi, due sono sacerdoti e uno ha solo 40 anni
Poca gente tra i banchi del mercato e ingressi contingentati nei rari negozi che hanno la fortuna di vedere entrare qualche cliente. Il centro storico di Rovigo vive così la prima giornata di zona rossa per il coronavirus. A poco sono serviti gli appelli all’ottimismo apparsi su alcune vetrine («Andrà tutto bene» il mantra), tanto che in molti oggi non rialzeranno la saracinesca.
«Decisione sofferta e amara – commenta su Facebook Rita Pizzo, portavoce del consorzio Centro Città – abbiamo considerato che per la salute nostra e dei clienti affronteremo un periodo senza entrate. Quanto tutto sarà finito, ripartiremo più forti che mai». Intanto sono 4 i nuovi casi di Coronavirus registrati ieri in Polesine, tutti tra Medio e Alto. Salgono così a 11 i pazienti contagiati in provincia di Rovigo dove, però, è ancora esclusa la presenza di un focolaio. Aumentano da 151 a 165 le persone sotto sorveglianza attiva, perché entrate in contatto con positivi al virus. Tra i colpiti, due sono sacerdoti (uno di 75 anni, l’altro di 40) di una medesima comunità religiosa (ora attenzionata dalle autorità sanitarie) che avrebbero contratto la malattia a Camposampiero, nel Padovano, dove hanno trascorso alcuni giorni per un incontro di preghiera. Gli altri due sono liberi professionisti. Il primo di 52 anni avrebbe contatti con una persona di
Mantova risultata a propria volta contagiata, il secondo di 56 ha si è rivolto direttamente alle autorità sanitarie alla comparsa dei primi sintomi, dopo essere stato per lavoro in Emilia Romagna e nelle Marche.
«Delle 11 persone risultate positive – spiega Antonio Compostella, direttore generale dell’usl 5 Polesana - 2 sono state già dimesse e sono in via di guarigione. C’è poi un paziente in Terapia intensiva, ma in miglioramento, al pari dei 4 assistiti in Malattie infettive. I restanti 4, infine, sono in isolamento domiciliare». Tra le notizie positive, la negatività al tampone dei dipendenti dei Pronto soccorso di Rovigo e Adria (circa 40 in tutto) finiti sotto sorveglianza, dopo avere soccorso due pazienti positivi, arrivati incautamente nei reparti. Sul fronte controlli su strada e sui treni la giornata di ieri è servita soprattutto ad assestare il tiro in vista di oggi, quando la macchina organizzativa dovrebbe entrare a pieno regime. Da segnalare soprattutto la moria di utenti dei treni: ieri mattina alle 8 in stazione a Rovigo si contavano sulle dita di due mani. Intanto da Fabio Ballestriero, segretario provinciale del sindacato autonomo di polizia (Sap), arriva una riflessione: «Iniziano a scarseggiare i dispositivi di protezione individuale, ovvero mascherine e guanti, per i colleghi. Ci è stato assicurato che la fornitura arriverà a breve, ma la situazione ci costringe a tenere alta l’attenzione». Un fronte che sta creando qualche timore, visto che eventuali infrazioni potrebbero costare la serrata, è quello della chiusura dopo le 18 di bar, pizzerie, ristoranti. Possono lavorare oltre l’orario solo le strutture per asporto.
Mobilità Ieri giornata di test, da oggi scattano controlli più serrati in strada