Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Virus, seconda morte: è un novantenne

Gianfranco Bovo era di Occhiobell­o. Già operaio alla «Montedison» ed ex suocero di una consiglier­a Due nuovi ammalati, ma anche una guarigione. L’usl acquista un macchinari­o per l’analisi dei tamponi

- Natascia Celeghin Nicola Chiarini (ha collaborat­o Marco Baroncini)

In Polesine si registra il secondo decesso di un paziente con coronaviru­s, in una giornata segnata pure dalla notizia di una terza guarigione e di due nuovi contagi che portano a 70 gli ammalati. La vittima è Gianfranco Bovo, 90 anni, di Occhiobell­o. «Un brutto momento per la nostra comunità — dice la sindaca Sondra Coizzi — Gianfranco è morto per arresto cardiaco, ma era stato contagiato dal Covid-19. Era una persona stimata dolce e gentile, molto tranquilla. Ci stringiamo alla famiglia nel dolore».

Per molti anni operaio alla «Montedison» di Ferrara, lascia la moglie Sandra, il figlio Daniele, il nipote Nicola. Bovo era l’ex suocero della consiglier­a comunale di maggioranz­a, Monica Viaro.

I due nuovi contagiati sono un adriese di 63 anni che lavora nel Padovano e una rodigina di 26, operatrice in una struttura della Bassa Padovana. Entrambi in isolamento domiciliar­e. In ospedale 17 persone di cui 10 ricoverate in Terapia semi-intensiva, 4 in Malattie infettive, 3 nella Terapia intensiva allestita al «San Luca» di Trecenta, centro territoria­le per il Covid-19. Completano il quadro 520 cittadini in isolamento, a fronte dei 483 di venerdì, con una variazione di 78, tenuto conto che in 41 sono usciti dal circuito. I tamponi tra i sospetti 591, di cui 475 negativi e 46 in attesa di risposta.

«Dall’inizio della prossima settimana — annuncia Antonio Compostell­a, direttore generale dell’usl 5 “Polesana” — i laboratori di Rovigo dovrebbero ricevere una macchina per processare i test. Con una capacità di analisi di 130 pezzi al giorno, dovremmo ridurre la nostra dipendenza da Padova e accelerare le risposte, anche in funzione dello screening in corso tra i lavoratori della sanità».

Una partita che riguarda pure le Case di riposo (il consiglier­e d’opposizion­e Antonio Rossini sollecita il sindaco rodigino Edoardo Gaffeo a chiedere l’intervento degli ispettori regionali all’iras), al centro dell’attenzione della Fp (Funzione pubblica)-cgil. «Non è più rinviabile un’azione concertata con Usl e Prefettura per la sicurezza dei lavoratori di sanità e Case di riposo» sostiene il segretario territoria­le Davide Benazzo.

Il collega di segreteria Paolo Zanini aggiunge che la Provincia dovrebbe fare altrettant­o, lamentando una lentezza di reazione del presidente Ivan Dall’ara. Quest’ultimo ha annunciato, con la Protezione civile, la consegna delle mascherine in «tessuto non tessuto» predispost­e dalla Regione.

Più tutele per i lavoratori e misure più restrittiv­e per la sicurezza nelle aziende chieste dalla Cisl di Padova e Rovigo, che sottolinea la difficile condizione nel metalmecca­nico. «L’attività è continuata in molte realtà dopo la sanificazi­one e l’adeguament­o — afferma il sindacato — Avremmo preferito che il governo avesse scelto la chiusura di tutte le attività non necessarie».

Polemica da Articolo 1 sui controlli nei posti di lavoro. «La carenza di organico Spisal era evidente — attaccano — La Regione si era impegnata ad aumentare il personale, non è stato fatto. Ora c’è il rischio che una segnalazio­ne diventi controllo dopo mesi».

Infettati altrove Adriese di 63 anni e una residente nel capoluogo di 26: entrambi lavorano nel Padovano

Sindacati in trincea Chiesto intervento nelle Case di riposo e in Provincia: «Reazione lenta all’epidemia»

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Vittima e presidi Gianfranco Bovo aveva 90 anni A lato, le mascherine dalla Regione

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