Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Virus, seconda morte: è un novantenne
Gianfranco Bovo era di Occhiobello. Già operaio alla «Montedison» ed ex suocero di una consigliera Due nuovi ammalati, ma anche una guarigione. L’usl acquista un macchinario per l’analisi dei tamponi
In Polesine si registra il secondo decesso di un paziente con coronavirus, in una giornata segnata pure dalla notizia di una terza guarigione e di due nuovi contagi che portano a 70 gli ammalati. La vittima è Gianfranco Bovo, 90 anni, di Occhiobello. «Un brutto momento per la nostra comunità — dice la sindaca Sondra Coizzi — Gianfranco è morto per arresto cardiaco, ma era stato contagiato dal Covid-19. Era una persona stimata dolce e gentile, molto tranquilla. Ci stringiamo alla famiglia nel dolore».
Per molti anni operaio alla «Montedison» di Ferrara, lascia la moglie Sandra, il figlio Daniele, il nipote Nicola. Bovo era l’ex suocero della consigliera comunale di maggioranza, Monica Viaro.
I due nuovi contagiati sono un adriese di 63 anni che lavora nel Padovano e una rodigina di 26, operatrice in una struttura della Bassa Padovana. Entrambi in isolamento domiciliare. In ospedale 17 persone di cui 10 ricoverate in Terapia semi-intensiva, 4 in Malattie infettive, 3 nella Terapia intensiva allestita al «San Luca» di Trecenta, centro territoriale per il Covid-19. Completano il quadro 520 cittadini in isolamento, a fronte dei 483 di venerdì, con una variazione di 78, tenuto conto che in 41 sono usciti dal circuito. I tamponi tra i sospetti 591, di cui 475 negativi e 46 in attesa di risposta.
«Dall’inizio della prossima settimana — annuncia Antonio Compostella, direttore generale dell’usl 5 “Polesana” — i laboratori di Rovigo dovrebbero ricevere una macchina per processare i test. Con una capacità di analisi di 130 pezzi al giorno, dovremmo ridurre la nostra dipendenza da Padova e accelerare le risposte, anche in funzione dello screening in corso tra i lavoratori della sanità».
Una partita che riguarda pure le Case di riposo (il consigliere d’opposizione Antonio Rossini sollecita il sindaco rodigino Edoardo Gaffeo a chiedere l’intervento degli ispettori regionali all’iras), al centro dell’attenzione della Fp (Funzione pubblica)-cgil. «Non è più rinviabile un’azione concertata con Usl e Prefettura per la sicurezza dei lavoratori di sanità e Case di riposo» sostiene il segretario territoriale Davide Benazzo.
Il collega di segreteria Paolo Zanini aggiunge che la Provincia dovrebbe fare altrettanto, lamentando una lentezza di reazione del presidente Ivan Dall’ara. Quest’ultimo ha annunciato, con la Protezione civile, la consegna delle mascherine in «tessuto non tessuto» predisposte dalla Regione.
Più tutele per i lavoratori e misure più restrittive per la sicurezza nelle aziende chieste dalla Cisl di Padova e Rovigo, che sottolinea la difficile condizione nel metalmeccanico. «L’attività è continuata in molte realtà dopo la sanificazione e l’adeguamento — afferma il sindacato — Avremmo preferito che il governo avesse scelto la chiusura di tutte le attività non necessarie».
Polemica da Articolo 1 sui controlli nei posti di lavoro. «La carenza di organico Spisal era evidente — attaccano — La Regione si era impegnata ad aumentare il personale, non è stato fatto. Ora c’è il rischio che una segnalazione diventi controllo dopo mesi».
Infettati altrove Adriese di 63 anni e una residente nel capoluogo di 26: entrambi lavorano nel Padovano
Sindacati in trincea Chiesto intervento nelle Case di riposo e in Provincia: «Reazione lenta all’epidemia»