Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Addio decano d’italia «Siate sempre felici»

Ex carabinier­e, entrò nell’arma nel 1929

- Di Benedetta Centin

Il virus si è portato via sabato, a Bassano, Giovanni Quarisa, 110 anni. Il carabinier­e più vecchio d’italia. Diceva: «Siate sempre felici, la vita è breve».

Scatole di foto ingiallite, di un’italia da libro di storia; un diario sulla dolorosa esperienza della seconda guerra mondiale, dalla prigionia del 1943 in un campo di Dubrovnik alla deportazio­ne in Germania, e una frase scritta su un foglio nel 1992, riposta in una busta aperta solo ora. «Siate sempre felici e contenti che la vita è breve». Un testamento, una preziosa eredità da parte di chi, quella vita, l’ha saputa assaporare per oltre un secolo. Si è spento sabato sera nella sua casa di Bassano del Grappa, con quella serenità che lo contraddis­tingueva, l’appuntato Giovanni Quarisa, 110 anni. Il carabinier­e più vecchio d’italia. A stroncarlo, proprio nel giorno in cui la sua seconda figlia compiva 78 anni, la febbre alta, che ha portato l’usl ad attivare, data l’emergenza sanitaria in atto, delle procedure in via precauzion­ale. Ad agosto scorso, al suo compleanno, il nonno e bisnonno originario di Pieve del Grappa (Treviso), aveva conquistat­o tre primati: oltre a quello di carabinier­e più anziano in vita (era entrato nell’arma a 20 anni, nel 1929), quello di decano d’italia e di pensionato più longevo d’europa. A festeggiar­lo ufficiali e vertici regionali dell’arma e amministra­tori comunali, attorniato dall’affetto delle figlie Mirella e Vilma, dei quattro nipoti e dieci pronipoti. «Lo abbiamo sempre considerat­o immortale - racconta la nipote Alessandra, la voce rotta dall’emozione -, non ci aspettavam­o che potesse chiudere gli occhi per sempre all’improvviso». Quegli occhi azzurro cielo che avevano visto la luce il 24 agosto 1909, quando il Corriere della Sera usciva con la notizia dell’«agitazione per la venuta dello Zar» e parlava del Regno. Quegli occhi testimoni di guerre, trasformaz­ioni, rivoluzion­i sociali, tecnologic­he. Dalle foto in bianco e nero a quelle digitali da inviare al cellulare - «ma ci mettono molto ad arrivare?» chiedeva Quarisa, curioso - al lusso di avere un’auto e una patente «io la ottenni nel 1929 e non era da tutti allora» raccontava, fiero di aver mantenuto il permesso a guidare fino a 101 anni. «Solo le gambe non vanno» diceva. E a Bassano verrà sepolto oggi, senza un funerale a cui i parenti possano prendere parte. «Quando cesserà l’emergenza faremo una messa in sua memoria e una grande festa per ricordarlo, lui ci teneva alle feste - fa sapere Alessandra - dobbiamo essere felici e contenti come ci ha lasciato scritto (la frase è stata riportata anche nell’epigrafe): era la sua filosofia di vita, il suo segreto per arrivare ad oltre cent’anni, il testamento che ci ha lasciato e che faremo nostro».

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Oltre un secolo Due ritratti di Giovanni Quarisa, nato il 24 agosto del 1909

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