Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Basilica di San Marco è cassa integrazio­ne «Mai successo prima»

- di Monica Zicchiero

A novembre l’acqua granda che ha inondato la cripta e insultato marmi, pavimenti e colonne. Una pagina «tuttora aperta ma non ancora girata», come dice il primo procurator­e di San Marco Carlo Alberto Tesserin. Oggi la cassa integrazio­ne per sessanta dipendenti, collaborat­ori e manutentor­i perché il lock down ha portato le presenze da mille a dieci al giorno: si entra solo per pregare la Madonna Nicopeia dalle 9 alle 16.40 e per quello sono più che sufficient­i tre custodi diurni e due notturni.

La Basilica di San Marco è la finestra aperta sul mondo di ciò che accade a Venezia e nel giro di cinque mesi è accaduto l’inimmagina­bile. «Mai nella storia la Basilica ha messo il personale in cassa integrazio­ne. È un simbolo e chiuderla in questo momento avrebbe dato l’errata impression­e di una fuga. Perciò il patriarca ha deciso di lasciarla aperta per le preghiere dei fedeli», annuisce Tesserin. Niente messe, niente visite, si può andare solo a pregare. E uno di quei dieci che ogni giorno va a inginocchi­arsi è Francesco Moraglia. Tutte le mattine, dal giorno dopo l’acqua granda prega davanti alle tombe dei patriarchi. Oggi, solennità dell’annunciazi­one e compleanno numero 1599 della fondazione della città, alle 12 pregherà il Padre Nostro in contempora­nea con tutti i prelati del mondo, i reverendi, i ministri di culto di tutte le religioni, come ha chiesto Papa Francesco. Poi ci sarà la preghiera con l’atto di consacrazi­one alla Vergine di Venezia e della diocesi. E domenica, in diretta televisiva, la funzione nella cripta con l’atto di affidament­o a San Marco Evangelist­a.

«Speriamo di poter aprire presto San Marco alla fruizione più ampia – auspica don Marco Zane – La conserviam­o con amore e cura perché simbolo e perché patrimonio dell’umanità». Intanto, la diocesi ha messo i motori al minimo di qualsiasi attività. Il settimanal­e diocesano Gente Veneta ha interrotto la realizzazi­one cartacea del giornale e andrà avanti nelle prossime settimane

” Favaro

Il personale non può restare senza stipendio lo anticipiam­o noi

solo on line; il complesso per convegni Cardinal Urbani a Zelarino e la struttura ricettiva Casa Maria Assunta a Cavallino sono state chiuse. Il personale prima smaltirà le ferie e poi sarà messo in cassa integrazio­ne in deroga. «Anticipere­mo noi l’importo della cassa, altrimenti i dipendenti avrebbero rischiato di stare un paio di mesi senza stipendio – annuncia don Fabrizio Favaro, vicario episcopale – Una ventina di persone. Un’altra decina resta in lavoro agile, operando da casa e si tratta di profili amministra­tivi. Restano tutti al lavoro i dipendenti della Caritas, che sta operando a pieno regime».

Tra diocesi e Basilica, 80 persone in cassa integrazio­ne. La riduzione delle attività di parrocchie e pubblicità hanno orientato le scelte sul settimanal­e diocesano. «Per poter ripartire con la stampa appena sarà possibile - assicura don Favaro – Anche l’osservator­e Romano ha sospeso l’edizione cartacea, mantenendo solo quella on line. Rismparmia­mo oggi per prepararci a ripartire domani». Non sulle stesse basi.

«Sarebbe da irresponsa­bili non interrogar­si seriamente su ciò che sarà dopo, per una città che stra-vive di turismo – riflette Tesserin – Se prima la città pensava a come frenarne l’eccesso, oggi deve pensare a come far tornare e turnare i vistatori. Non ci sono garanzie. Torneranno? E quando? Parliamo di anni. Il tessuto economico deve interrogar­si, senza guardare al passato in maniera illusoria: sappiamo solo che dovrà essere la Venezia migliore di sempre e che sta a tutti lavorare per una nuova stagione positiva e di cambiament­o».

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La cripta Il patriarca Francesco Moraglia ispezione la cripta di San Marco nei giorni dell’acqua alta da record di novembre

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