Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Da Barcellona in nave per tornare in famiglia «E ora... quarantena»

Le ragazze: aspettavam­o l’aiuto degli atenei

- Andrea Pistore

«Era la prima volta che salivo in nave. Dopo tante sfortune temevo succedesse ancora qualcosa e sono rimasta sveglia finché non abbiamo lasciato il porto di Barcellona». Sara Albanese è una studentess­a di Agna, nel Padovano, che a 21 anni si è trovata ad affrontare in Erasmus l’emergenza Covid19.

Era a Barcellona fino alla settimana scorsa, non ha fatto in tempo a salutare gli amici ma è riuscita a rientrare in Italia dopo varie peripezie, telefonate al consolato e l’intercessi­one del sindaco. Le 20 ore di navigazion­e a bordo di una Grimaldi Lines le ha condivise con Anna

Brugnera, compagna di esperienza di Mogliano (24 anni).«studio Lingua, Civiltà e Scienze del Linguaggio a Ca’ Foscari e a settembre ho iniziato il periodo di studio all’estero. Il 13 marzo l’università ha interrotto la sessione di esami. Già qualche giorno prima avevo cercato i voli per tornare in Italia ma sono stati cancellati. Insieme ad altri italiani abbiamo contattato l’ambasciata ed è stato fatto un sondaggio per un volo da Madrid a Ciampino, ma la proposta è stata annullata. C’era l’opzione di tornare in treno ma erano viaggi rischiosi data la possibile chiusura delle frontiere. Mi aspettavo fossero gli atenei a rimpatriar­ci in sicurezza. I giorni sono passati, sentivo della situazione in Italia e l’ansia cresceva. Avevo prenotato anche due voli il 18 marzo da Barcellona a Monaco e poi dalla Baviera a Venezia ma il giorno prima sono stati annullati». A quel punto l’unica soluzione era la nave ma anche i traghetti in partenza da Barcellona erano in overbookin­g. «Contattand­o Gianluca Piva, il sindaco di Agna, qualcosa si è smosso. Anche grazie al sottosegre­tario di stato Pier Paolo Baretta che ha la madre padovana siamo riusciti a imbarcarci a Barcellona il 19 marzo alle 00.15 e ad arrivare a Civitavecc­hia il giorno dopo. Il viaggio è andato bene. È stato brutto non salutare i miei amici spagnoli e triste vedere la città vuota e spettrale». Ad attendere le studentess­e nel porto romano c’era il papà a cui il sindaco ha firmato un permesso speciale per raggiunger­e la figlia. «I mesi di Erasmus sono volati, ho affrontato situazioni che mai avrei immaginato, imparando a reagire e ad avere fiducia. Ho invidiato le persone che erano a casa coi loro cari, volevo tornare ma non potevo farlo. Ogni giorno arrivava un filo di speranza che poi si volatilizz­ava. Su consiglio delle autorità resterò in auto isolamento per quattordic­i giorni. Vivo nella mia stanza, non ho ancora abbracciat­o i miei genitori. Non vedo l’ora sia finita per godermi la famiglia».

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Rientrate Qui sopra, Sara Albanese In alto, Anna Brugnera

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