Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sono solo 263 passi ma sono il confine della vita

- Domenico Basso

In questi giorni ho provato a fare l’elenco di tutte le camminate che ho fatto. Ne ho fatte di lunghe e di corte: attraverso le città, lungo le spiagge e la laguna e costeggian­do gli argini. Camminate lunghe e corte: di giorno ma anche di sera e a volte di notte. Camminate in compagnia ma anche in solitudine per scacciare pensieri e inquietudi­ni. Ogni camminata mi ha sempre regalato qualcosa: un paesaggio nuovo , un tramonto diverso, un profumo, il colore di un fiore o i riflessi sulle acque dei nostri fiumi. Ogni camminata, per chi la affronta oltre che con le gambe anche con la mente e l’anima, è diversa e per questo alla fine sono riuscito a riordinarl­e quasi tutte e a ripercorre­rle idealmente incrociand­o anche i volti e i sorrisi di quei molti amici e amiche che in questi anni mi hanno accompagna­to. Mi sono poi divertito a fare un conteggio sommario dei passi fatti negli ultimi 5 anni, anni che mi hanno portato in una dimensione nuova dove la lentezza del cammino è stata la password che mi ha dato accesso a fine settimana ricchi di emozioni. Così riducendo a soli 8 km (ma sono stati molti di più) le mie camminate del sabato e della domenica , in cinque anni (per difetto) ho percorso 5 milioni di passi. Si cinque milioni. Ormai da settimane il cammino di tutti noi si è fermato e per un walker si è fermato ancora di più. Si è fermato a quei 263 passi o se preferite ai 200 metri dell’ultima ordinanza. Io che sul cammino da 5 anni ho costruito il mio nuovo mondo ho rispettato il limite. Non è stato facile ma ringrazio Dio perche 263 passi posso continuare a farli, perche posso uscire e poi rientrare nella mia piccola casa. 263 passi sono una gioia perché anche se intorno vedi il vuoto e senti il forte rumore del silenzio sai che per ora puoi continuare a farli perché non ti trovi in una terapia intensiva o in un letto di uno di quegli ospedali che stanno collassand­o. 263 passi sono il confine tra il voler continuare ad esserci o il voler rischiare di perdere tutto. 263 passi sono la gioia di sentire oggi il profumo della stagione nuova. 263 passi sono la speranza che ci sia ancora il tempo per proseguire in quel bellissimo anche se difficile cammino che è la nostra vita. 263 passi per sognare che ci sarà un domani. Appoggiata all’ingresso di casa ho una scatola. Dentro c’è il mio tesoro: un paio di scarpe rosse, nuove. Le avevo comprate pochi giorni prima che scoppiasse l’inferno. Le guardo ogni mattina quando esco per recarmi al lavoro e dove mi aspetta sempre il bollettino di questa “guerra”. Continuerò a guardare ogni giorno quella scatola, perché il momento per indossare quelle scarpe arriverà e così, probabilme­nte urlando, riuscirò a rompere il muro di quei 263 passi.

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Giornalist­a Domenico Basso, direttore di Tva Vicenza

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