Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
E Moody’s declassa il rating di Progest
E Moody’s intanto declassa Progest. I rischi che incombono sulle aziende di casa nostra è ben mostrata dall’azione dell’agenzia di rating americana sull’azienda cartaria di Treviso di proprietà della famiglia Zago, che, come ha comunicato ieri l’azienda, ha declassato di uno scalino la valutazione sull’azienda a Caa2 e ancora più in basso, a Caa3 (un livello che segnala il rischio di perdita del capitale) la valutazione sui 250 milioni di debito non garantito in scadenza nel 2024. La crisi indotta dal coronavirus, spiegano gli analisti, indebolisce le condizioni di operative «in un momento in cui la liquidità dell’azienda è estremamente fragile e il suo andamento sta già soffrendo per volumi inferiori e prezzi più bassi e rimane esposta agli sviluppi legati al suo stabilimento di Mantova e alla multa dell’antitrust», per 47 milioni di euro, che sostiene l’agenzia, si potrebbe dover iniziare a pagare. mentre la moda non lo potrà fare, di fronte a collezioni primavera-estate già ordinate e che probabilmente resteranno invendute. «La crisi ci ha colto nel periodo tra febbraio e marzo, quando le aziende si trovano con i magazzini pieni di merce già pagata. E dunque con costi incomprimibili per l’80% - sostiene Beraldo -. Per questo è incomprensibile l’esser esclusi dalle filiere in crisi».
Di lì la scelta di intervenire dall’osservatorio privilegiato di Ovs, la catena veneta di negozi leader in Italia, a favore dell’intera filiera. «Siamo un’azienda sana - dice Beraldo - che, come mostreranno i numeri del bilancio 2019, ha tutti gli indici in crescita. Per questo ci siamo decisi a questo passo per un intero settore, anche per chi ha forse meno forza per parlare».
Nella sua lettera Beraldo parte dalla richiesta di far rientrare la moda tra le filiere considerate in crisi e di spostare i versamenti fiscali e contributivi