Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’amaro destino di Oscar l’ex impresario funebre
«Mio padre era un impresario funebre. Ironia del destino, dopo aver accompagnato lui tante persone in cimitero, ora si ritrova solo nel giorno del suo funerale». Oscar Antonio Puato ( foto), ottantaquattro anni di Baone, era il papà di Aurelio, l’attuale vice sindaco di Este. L’anziano è deceduto a Schiavonia nella notte tra martedì e ieri dopo una degenza lampo durata poco meno di 6 giorni. «Era stato ricoverato ad Abano giovedì sera - racconta il figlio Aurelio - aveva qualche difficoltà respiratoria ma niente di più. Poi quando i sintomi si sono aggravati gli hanno fatto il tampone ed è stato trasferito all’ospedale di Schiavonia. Ha vissuto fino all’ultimo una vita normale, aveva sofferto di alcuni problemi cardiaci ma niente di particolare. Ha guidato la sua impresa funebre a Este dal 1967 al 1996. Nel 1972 aveva inventato un coperchio frigorifero per la conservazione delle salme, brevettandolo, dato che a quei tempi non esistevano sistemi simili. Era una persona molto conosciuta e benvoluta per la sua sensibilità. Ha organizzato lui tantissimi estremi saluti ai concittadini e adesso si ritroverà in cimitero solo con me e mia sorella». Le storie si accavallano e un filo conduttore lega i tre morti di Merlara. Alla Scarmignan non ce l’hanno fatta Ferruccio Zerbini, ottantaseienne di Rovigo, Luigina Gennaro di 89 anni che aveva sempre vissuto a Ponso e nel pomeriggio di ieri anche Rita Lazzari, novantunenne concittadina di Luigina. Le due anziane si conoscevano da sempre e avevano scelto la casa di riposo per trascorrere gli ultimi anni della propria vita. Al Centro Anziani di Monselice è poi deceduta Maria Bottaro, ottantacinquenne residente nella cittadina murata. Anche lei soffriva da tempo di patologie pregresse. (a.pist.)