Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Boom di contagi nell’ospedale per il virus
Undici persone positive nella struttura di Trecenta, il riferimento provinciale per la cura della malattia Terza vittima polesana nel Padovano: Ferruccio Zerbinati, 85 anni, un ex piastrellista di Concadirame
Esplodono i contagi all’ospedale di Trecenta, centro di riferimento provinciale per la cura del coronavirus, il cosidetto Covid-19, dove ieri sono emersi undici casi di positività, nelle stesse ore in cui si registrava la terza vittima polesana dell’epidemia, l’85 enne Ferruccio Zerbinati.
Ospite della Casa di riposo di Merlara, nella Bassa Padovana, struttura drammaticamente colpita dall’infezione con numerosi decessi di altri ospiti, Zerbinati era piastrellista in pensione e aveva abitato nella frazione del capoluogo di Concadirame. Lascia due figli maschi avuti da due mogli diverse. Il ricovero a Merlara risale a prima che scoppiasse il Covid-19, ma fino a pochi giorni fa stava bene. Nel 2016 aveva subito un ictus.
Nel bollettino di una tra la giornate più difficili dall’inizio dell’epidemia, si aggiungono anche altri sette contagi oltre alla chiusura del reparto chirurgico di Urologia all’ospedale del capoluogo, dove un ottavo paziente è risultato positivo al coronavirus e si è resa necessaria la sospensione delle attività fino a lunedì (eventuali urgenze verranno dirottate all’ospedale di Adria) per consentire la sanificazione completa e la messa in quarantena delle persone entrate in contatto con il contagiato.
Sanificazione che è in corso anche a Trecenta, dove il boom di contagi è emerso nel corso del trasferimento dei pazienti dei reparti di Lungodegenza e Riabilitazione verso Rovigo e Adria, per consentire entro otto giorni la piena trasformazione del «San Luca» in «Covid Hospital», dov’è già in funzione la Terapia intensiva dedicata.
Tra gli 11 contagiati di Trecenta, quattro sono operatori sanitari (due medici e due infermieri) e sette pazienti, di cui tre di Riabilitazione e quattro di Lungodegenza. I quattro lavoratori sono asintomatici e in isolamento domiciliare. I sette pazienti sono stati spostati al reparto «Covid1» ossia il primo nucleo da 30 posti dei 100 che saranno dedicati alla cura dei contagiati non critici.
«A tutti i pazienti non Covid che saranno trasferiti da Trecenta agli altri ospedali territoriali — spiega Antonio
Compostella, direttore generale (Dg) dell’usl 5 “Polesana” — verrà eseguito il tampone. Solo dopo aver accertato la loro negatività al virus, verranno spostati a Rovigo e Adria».
L’attenzione è massima in tutte le strutture, anche perché quattro degli altri sette contagiati registrati ieri sono operatori sanitari, tutti professionalmente impegnati fuori Polesine. Al momento i positivi nel territorio sarebbero 102, il 60% dei quali sotto i 65 anni.
«Buona parte dei contagi è connessa a trasferte di lavoro in province sensibili come Mantova, Padova, Verona» osserva ancora Compostella che lega l’aumento dei numeri anche al lavoro di screening capillare. «Il contenimento è attuato con isolamento rapido dei contatti dei contagiati» aggiunge il Dg che ha annunciato l’entrata in funzione di una seconda macchina per l’analisi dei tamponi a Trecenta, dove sono pronti a partire sei nuovi posti di Terapia intensiva che portano la capacità operativa da 10 a 16 di un reparto ora ospitante 8 delle 33 persone gravi ricoverate.
L’unico reparto «extra Covid» che resterà in funzione a Trecenta sarà Psichiatria, separato dal resto. «Col blocco delle visite ai pazienti psichiatrici — spiega Compostella — abbiamo attivato un servizio di videochiamata perché possano mantenere contatto con familiari e amici».
A breve partirà un servizio di assistenza psicologica agli operatori sanitari in prima linea e per i pazienti in isolamento. «Attenzione sarà dedicata anche alle famiglie con persone con gravi disabilità — conclude Compostella — Fermi i Centri diurni, telefoneremo quotidianamente per monitorare la situazione e assicurare supporto».
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