Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dopo la crisi nei campi arriva il gelo
Mancavano le gelate di queste notti a bloccare le prime fioriture degli alberi da frutto e congelare un mercato agricolo già messo in ginocchio dal coronavirus. «Erano partite anche quelle dei peschi, poi sono arrivate le gelate», allega al resto delle pene l’assessore all’agricoltura del Veneto Giuseppe Pan. Nel lungo elenco ci sono asparagi e fragole (presto cavolfiori e zucchine) che rischiano di marcire nei campi, la speculazione sul latte, il mercato del vino, i prodotti ortofrutticoli che perdono fino 70% del profitto, i vivai e gli agriturismi bloccati, le 62 mila imprese agricole venete in sofferenza, i dipendenti in cassa integrazione, la riduzione del 30% dell’esportazione, la manodopera straniera per la raccolta che è ormai introvabile, i prodotti agricoli che arrivano dall’estero e mettono in difficoltà i nostri. Solo carne e uova se la cavano. Ma relativamente, «perché c’è anche un problema con la macellazione degli animali ricorda Pan - Per quanto riguarda il personale, per un discorso igienico sanitario, i turni ora sono più ridotti». La gente esce poco e compera meno prodotti freschi, che hanno difficoltà anche a essere raccolti. «Abbiamo chiesto al governo - dice l’assessore - di reintrodurre i voucher per usare lavoratori del territorio». Poi c’è la grande distribuzione che lamenta code ai confini, «con una riduzione del 30% delle esportazioni dei nostri prodotti - continua - Abbiamo chiesto al governo controlli più rigidi su quelli che arrivano dall’estero e speculano sui nostri. Chiedo a tutti i consumatori di acquistare i nostri prodotti», l’appello di Pan. «Il settore agrituristico è fermo a zero, quello vivaistico conta solo sulle consegne a domicilio e tra pochi giorni non sappiamo se abbiamo manodopera per portare le fragole sui mercati» la preoccupazione del direttore di Coldiretti Veneto Pino Arioso. Per non parlare del latte («proviene dall’estero a basso costo - spiega Renzo Cavestro di Confagricoltura Veneto - che danneggia il mercato inter-no») e del vino («non c’è più consumo in ristoranti, hotel e bar»).