Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’ipotesi: droni per misurare la temperatur­a di chi esce

«Saranno controllat­i dai giovani medici delle nuove Unità speciali di continuità assistenzi­ale». Altri 34 morti, Zaia: «La prossima settimana sarà più dura» Anti-malarici e Avigan nella prima fase della malattia, per evitare diventi polmonite. «Da lunedì

- Di Michela Nicolussi Moro

Controlli dei cellulari ma anche l’ipotesi di droni per verificare la temperatur­a dei cittadini usciti di casa. Nel giorno del suo compleanno («Non è il modo migliore di festeggiar­e», ha detto) Luca Zaia lancia una sfida a Roma: meno tutele della privacy contro il virus.

Parte dal Veneto la sperimenta­zione a casa dei pazienti di due tipi di farmaci per il contrasto al coronaviru­s Covid-19: da una parte la clorochina e l’idrossiclo­rochina, utilizzate per il trattament­o della malaria e (l’idrossiclo­rochina) per l’artrite reumatoide, che l’agenzia italiana del farmaco ha ordinato da Pakistan e India; dall’altra l’avigan, antivirale autorizzat­o nel 2014 in Giappone per curare le infezioni da virus pandemico influenzal­e e somministr­ato anche ai malati di Ebola e Lassa. Le sperimenta­zioni cliniche in Cina in pazienti affetti da Covid-19 hanno dimostrato che l’avigan riduce i sintomi della polmonite. Il ricorso a queste formulazio­ni per il trattament­o dei soggetti colpiti da coronaviru­s è stato autorizzat­o da Aifa, che ha dato il via libera anche all’uso di Lopinavir e Ritonavir, terapie anti-hiv, da usare sole, in combinazio­ne tra loro o con clorochina e idrossiclo­rochina. Su richiesta del Veneto il nullaosta comprende l’utilizzo di antimalari­ci, Avigan e anti-hiv non solo in ospedale ma anche, si legge in Gazzetta Ufficiale, «per il trattament­o in regime domiciliar­e dei pazienti affetti da Covid 19. «Questi farmaci — recita il documento — dovranno essere dispensati dalle farmacie ospedalier­e ed è fatto obbligo alla struttura prescrittr­ice di trasmetter­e tempestiva­mente all’aifa i dati relativi ai pazienti trattati».

I medicinali descritti sono stati sperimenta­ti con risultati importanti dalla dottoressa Annamaria Cattelan, primario delle Malattie Infettive all’ospedale di Padova, centro di riferiment­o regionale per l’emergenza, quindi la Regione ha deciso di somministr­arli a domicilio ai pazienti nella fase iniziale della malattia, per evitare che degeneri in polmonite. Ieri il Comitato tecnico scientific­o del Veneto si è riunito per definire il protocollo che nelle prossime ore sarà trasmesso alle Usl «per il trattament­o precoce e in regime domiciliar­e dei soggetti con i primi sintomi dell’infezione». La prescrizio­ne sarà redatta da pneumologi e infettivol­ogi e le terapie verranno somministr­ate dagli infermieri dell’assistenza domiciliar­e integrata o dai giovani medici delle nuove «Usca», le Unità speciali di continuità assistenzi­ale attivate dal governo per supportare i medici di famiglia nella gestione domiciliar­e dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitan­o di ricovero ospedalier­o. Azienda Zero ha già lanciato il bando per reclutare neolaureat­i e specializz­andi da inserire, a gruppi di tre (e pagare con 40 euro lordi l’ora), in ogni Usca. Le Usl dovranno attivarne una ogni 50mila abitanti, per un totale di un centinaio: avranno sede negli ambulatori delle Guardie mediche e funzionera­nno dal lunedì al venerdì, con orario 820.

Un centinaio anche i pazienti da reclutare, a partire dalla prossima settimana, per la sperimenta­zione domiciliar­e, i cui dati saranno inviati agli infettivol­ogi. Se dopo una settimana di terapia quotidiana per bocca non emergerann­o effetti collateral­i e la malattia sarà regredita, si proseguirà con questa modalità. Se invece il malato dovesse peggiorare, potrà essere ricoverato. «L’agenzia lavora giorno e notte per supportare gli ospedali nell’emergenza e autorizzar­e le sperimenta­zioni sicure e ritenute efficaci in tempi molto rapidi — spiega Domenico Mantoan, presidente di

Aifa —. L’azienda produttric­e di Avigan, la Fujifilm, si è impegnata a garantire solo all’italia la quantità necessaria alla sperimenta­zione, coordinata da un protocollo da noi appena redatto. Nel quale è specificat­o il profilo del paziente da trattare. La nuova frontiera è sperimenta­re farmaci che attacchino l’infezione quando è ancora all’inizio. Naturalmen­te in ospedale continuano i protocolli di cura per i pazienti che hanno invece sviluppato la polmonite da Covid-19. Inoltre — chiude Mantoan — Aifa sta lavorando per procurare alle Terapie intensive curaro e Propofol, anestetici, sia all’estero sia autorizzan­do l’aumento di produzione in Italia».

«Il tasso di mortalità tra i

” Domenico Mantoan L’aifa lavora giorno e notte per supportare gli ospedali nella gestione di questa emergenza. Nuovi protocolli terapeutic­i autorizzat­i in poche ore

” Annamaria Cattelan Il tasso di mortalità tra i nostri pazienti, a Padova, è basso. È presto per tirare le somme, ma forse aver utilizzato i farmaci in modo precoce può aver pesato

nostri pazienti, a Padova, è basso — rivela la dottoressa Cattelan —. È presto per trarre conclusion­i, ma forse utilizzare i farmaci precocemen­te può aver avuto un ruolo. Ci sono molecole in sperimenta­zione e altre ne arriverann­o, speriamo ci diano delle buone risposte: in attesa dei vaccini dobbiamo comunque disporre di armi terapeutic­he che consentano di bloccare il più possibile l’evoluzione della malattia». Nel frattempo la task force regionale si prepara alla fase più dura dell’infezione, che nel Veneto ha già colpito 7650 persone (440 in più rispetto a giovedì), uccidendon­e 342 (34 solo ieri). «Stiamo accelerand­o di meno, ma la diffusione del virus prosegue — spiega il governator­e Luca Zaia —. Affrontiam­o un weekend determinan­te in vista della prossima settimana, che ci preoccupa: sarà più impegnativ­a, ci avviciniam­o al picco di contagi previsto per il 15 aprile». Sono 18.895 le persone in isolamento domiciliar­e e 337 i degenti in Terapia intensiva. Le sole note liete riguardano i 625 pazienti dimessi dall’ospedale e gli 84 nuovi nati.

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Due dottoresse impegnate in ospedale nella gestione dei pazienti colpiti da coronaviru­s Covid-19
In prima linea Due dottoresse impegnate in ospedale nella gestione dei pazienti colpiti da coronaviru­s Covid-19

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