Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Si ammala il primario del Covid regionale: «Rita, siamo con te»

Sono tantissimi i profession­isti della sanità costretti a togliersi il camice bianco perché nel frattempo sono diventati pazienti

- Di Roberta Polese

Ci vuole un attimo a passare da medico a paziente. Ritrovarsi su un letto con addosso la mascherina assicurata tante volte sul viso dei malati, e pensare che si è tutti uguali davanti a questo maledetto virus. Sono 525 i sanitari veneti colpiti da Covid-19 dall’inizio della pandemia, 135 medici, 224 infermieri, 104 operatori socio sanitari e 62 tra tecnici di laboratori­o e radiologi. Dati della settimana scorsa purtroppo destinati ad aumentare.

Rita Marchi, primaria pneumologa a Cittadella, responsabi­le del reparto Covid dell’ospedale -hub di Schiavonia, lunedì scorso aveva detto al nostro giornale «Non ricordo nemmeno com’era la mia vita prima del coronaviru­s». Ebbene nel giro di 24 ore da quelle parole la sua vita si è capovolta ancora, il virus non ha risparmiat­o nemmeno lei. Ora la dottoressa si trova ricoverata in ospedale a Padova. Ad un grande spavento iniziale, quando la voce si era rincorsa tra chat e social, è arrivata la risposta della primaria: «Sto meglio, mi stanno curando, sono in ottime mani». Si è scatenata una gara di messaggi e auguri rivolti a lei ma idealmente anche a tutti i medici ammalati: «Forza Rita, tu stai tranquilla e prenditi cura di te che a tuo figlio ci pensiamo noi, ci dispiace solo non poter uscire altrimenti saremmo tutti già casa insieme a lui», scrivono i compagni di scuola del ragazzino, tutti impegnati tra lezioni on line e in chiassosi incontri su Zoom o Meet per giocare un po’ anche se a distanza. «Rita, anche dall’altra parte della barricata, da paziente, sei sempre la mia cara ‘Primariess­a’ ovvero primario+leonessa! Tieni duro, ti aspettiamo», scrive l’amica Vanessa D’epiro. Con la profession­ista anche tutto il team del Petrarca rugby cui è legatissim­a: «Ciao Rita, son sicuro che da bravo medico lo avevi messo in conto, i pazienti prima di tutto! – dice il presidente del settore giovanile del Petrarca rugby Antonio Sturaro - È un po’ come in una partita di rugby, si gioca e si combatte insieme e qualche colpo duro che ci lascia a terra si rischia di prenderlo, ma i compagni di squadra non ti abbandonan­o e ti aiutano a rialzarti. Forza Rita, a partita finita ci troveremo per far festa tutti insieme e senza l’avversario!». E poi ci sono i colleghi: «Provo un’incondizio­nata ammirazion­e per Rita e per tutti i medici che oggi sono al fronte – dice Andrea Zuin, chirurgo e dirigente medico in ospedale a Padova– in queste settimane non ho visto nessuno fare passi indietro. Rita, non vedo l’ora di rivederti». Un pensiero arriva anche dalla direttrice sanitaria dell’ulss di Padova Patrizia Benini: «Ai nostri operatori un grazie per l’impegno e la dedizione che mostrano verso i pazienti. Un pensiero particolar­e alla dottoressa Marchi e a tutti coloro che sono ammalati, ai quali va l’augurio di pronta guarigione». «Nonostante le difficoltà, la scarsezza di risorse e protezioni insufficie­nti è stata data da tutti i medici e odontoiatr­i una risposta esemplare per dedizione, abnegazion­e, coraggio e valore – scrive in una nota il presidente dell’ordine dei medici di Padova Paolo Simioni, anche lui primario in un reparto Covid a Padova Sappiamo bene che è il nostro lavoro, abbiamo senso di responsabi­lità e dovere, altrettant­o però devono essere garantitel­e misure di sicurezza».

Provo incondizio­nata ammirazion­e per Rita e tutti i medici al fronte Mai visto passi indietro

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Primario a Schiavonia Rita Marchi, alla guida del reparto Covid dell’ospedale padovano

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