Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Si ammala il primario del Covid regionale: «Rita, siamo con te»
Sono tantissimi i professionisti della sanità costretti a togliersi il camice bianco perché nel frattempo sono diventati pazienti
Ci vuole un attimo a passare da medico a paziente. Ritrovarsi su un letto con addosso la mascherina assicurata tante volte sul viso dei malati, e pensare che si è tutti uguali davanti a questo maledetto virus. Sono 525 i sanitari veneti colpiti da Covid-19 dall’inizio della pandemia, 135 medici, 224 infermieri, 104 operatori socio sanitari e 62 tra tecnici di laboratorio e radiologi. Dati della settimana scorsa purtroppo destinati ad aumentare.
Rita Marchi, primaria pneumologa a Cittadella, responsabile del reparto Covid dell’ospedale -hub di Schiavonia, lunedì scorso aveva detto al nostro giornale «Non ricordo nemmeno com’era la mia vita prima del coronavirus». Ebbene nel giro di 24 ore da quelle parole la sua vita si è capovolta ancora, il virus non ha risparmiato nemmeno lei. Ora la dottoressa si trova ricoverata in ospedale a Padova. Ad un grande spavento iniziale, quando la voce si era rincorsa tra chat e social, è arrivata la risposta della primaria: «Sto meglio, mi stanno curando, sono in ottime mani». Si è scatenata una gara di messaggi e auguri rivolti a lei ma idealmente anche a tutti i medici ammalati: «Forza Rita, tu stai tranquilla e prenditi cura di te che a tuo figlio ci pensiamo noi, ci dispiace solo non poter uscire altrimenti saremmo tutti già casa insieme a lui», scrivono i compagni di scuola del ragazzino, tutti impegnati tra lezioni on line e in chiassosi incontri su Zoom o Meet per giocare un po’ anche se a distanza. «Rita, anche dall’altra parte della barricata, da paziente, sei sempre la mia cara ‘Primariessa’ ovvero primario+leonessa! Tieni duro, ti aspettiamo», scrive l’amica Vanessa D’epiro. Con la professionista anche tutto il team del Petrarca rugby cui è legatissima: «Ciao Rita, son sicuro che da bravo medico lo avevi messo in conto, i pazienti prima di tutto! – dice il presidente del settore giovanile del Petrarca rugby Antonio Sturaro - È un po’ come in una partita di rugby, si gioca e si combatte insieme e qualche colpo duro che ci lascia a terra si rischia di prenderlo, ma i compagni di squadra non ti abbandonano e ti aiutano a rialzarti. Forza Rita, a partita finita ci troveremo per far festa tutti insieme e senza l’avversario!». E poi ci sono i colleghi: «Provo un’incondizionata ammirazione per Rita e per tutti i medici che oggi sono al fronte – dice Andrea Zuin, chirurgo e dirigente medico in ospedale a Padova– in queste settimane non ho visto nessuno fare passi indietro. Rita, non vedo l’ora di rivederti». Un pensiero arriva anche dalla direttrice sanitaria dell’ulss di Padova Patrizia Benini: «Ai nostri operatori un grazie per l’impegno e la dedizione che mostrano verso i pazienti. Un pensiero particolare alla dottoressa Marchi e a tutti coloro che sono ammalati, ai quali va l’augurio di pronta guarigione». «Nonostante le difficoltà, la scarsezza di risorse e protezioni insufficienti è stata data da tutti i medici e odontoiatri una risposta esemplare per dedizione, abnegazione, coraggio e valore – scrive in una nota il presidente dell’ordine dei medici di Padova Paolo Simioni, anche lui primario in un reparto Covid a Padova Sappiamo bene che è il nostro lavoro, abbiamo senso di responsabilità e dovere, altrettanto però devono essere garantitele misure di sicurezza».
Provo incondizionata ammirazione per Rita e tutti i medici al fronte Mai visto passi indietro