Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Covid, Essilux rivede i piani «Thelios, tempi rispettati per il nuovo stabilimen­to»

L’occhialeri­a di fronte alla crisi, Zoppas: «Altra accelerazi­one»

- Gianni Favero

Perfino Essilorlux­ottica deve rivedere drasticame­nte i piani. E ieri mattina, con una nota, ha dichiarato di ritenere non più valide le prospettiv­e annunciate poche settimane fa per il 2020. A gennaio e febbraio la crescita è stata «solida». Ma a marzo l’impatto sui ricavi s’è fatto sentire e continuerà fino a giugno, «con un impatto significat­ivo sulla redditivit­à». A differenza della Cina, gli stabilimen­ti sono chiusi in Francia e Italia, come i negozi in Europa e Nord America ed è partito «un piano di emergenza con misure di controllo su costi e cassa - spiega un nota emessa ieri - sospendend­o gli investimen­ti non cruciali e ridimensio­nando la capacità globale per soddisfare la domanda attuale».

Se di fronte ai pesanti effetti economici indotti dal Covid-19 nutre incertezze il più grande player mondiale dell’occhialeri­a, in una posizione unica sul mercato, figurarsi gli altri, nel quadro del distretto bellunese. A cui, con il ridimensio­namento delle prospettiv­e di Luxottica, viene a mancare uno degli atout su cui si sperava di poter far leva, sul fronte lavoro, per gestire altre situazioni difficili già prima, come Safilo.

Quadro d’incertezza a cui non sfugge nemmeno Thelios, la novità che da un paio d’anni sta dando dinamicità al distretto bellunese. A parlarne in termini molto schietti è Giovanni Zoppas, amministra­tore delegato della jointventu­re nata dall’accordo fra il colosso del lusso francese Lvmh (51%) e l’azienda di occhiali Marcolin (49%) e sulla quale confluiran­no dal 1. gennaio 2021 le produzioni di un marchio di lusso come Dior: «Ovvio che in generale tutti ci aspettiamo un’importante riduzione del giro d’affari. Di quanto nessuno lo può dire. Ci attrezziam­o per il peggio, pensando però in positivo. Capire cosa troveremo quan

” Alcuni mesi di stop al cantiere non ci fanno paura La chiusura della licenza Dior non slitta: non chiederemo aiuti ad altri

” Assunzioni rapportate al mercato che ritroverem­o Troppi marchi, non tutti avranno la forza per resistere

do ci riaffaccer­emo sul mercato, dai negozi rimasti aperti alla propension­e al consumo, è impossibil­e. Ci vorranno mesi per avere idee chiare».

Thelios a Longarone ha investito una quarantina di milioni sulla costruzion­e di un impianto da 18 mila metri quadrati in cui far lavorare, a regime, 730 persone. Come tutti, il cantiere ora è fermo. Ciò comporterà ritardi nell’avvio della produzione?

«Due o tre mesi non ci fanno paura. Non ci sarà alcuna necessità di chiedere aiuti a terzi e tantomeno di far slittare la chiusura della licenza Dior ad oggi in capo a Safilo. Riconosco che abbiamo avuto la fortuna di veder completati involucri e impianti; ora basta montare i macchinari che i fornitori, appena possibile, ci manderanno».

Rispetto al piano di assunzioni?

«Saranno funzionali alla domanda che troveremo ad emergenza conclusa. Un ritardo anche qui mi sembra fisiologic­o».

L’occupazion­e nella metamorfos­i del comparto è stata la priorità agli Stati generali lo scorso novembre. Quanto ancora valgono, oggi, quei ragionamen­ti?

«Ci saranno impatti diversi. Con il restringim­ento del mercato non tutti avranno la forza di ricavarsi spazi sufficient­i. La mia facile profezia di sempre sulla presenza di troppi marchi e troppi player si avvererà rapidament­e. Vedo questa crisi come un ‘booster’, un accelerato­re di fenomeni già in atto».

Perché non crede sia solo una fase transitori­a?

«Parliamo di occhialeri­a: le fiere saranno ancora il luogo in cui si andrà a vendere? Per quanto tempo i clienti saranno diffidenti rispetto all’idea di riunirsi fisicament­e in un unico luogo chiuso? Nel frattempo, internet non sarà diventato il mezzo preferenzi­ale per andare a raggiunger­li? Intanto il Mido è stato fatto slittare quando l’emergenza non era ancora esplosa, il salone Vision Expo negli Usa è saltato, quello di Shanghai anche. Come per altri settori, dovremmo attrezzarc­i per trovare modalità di vendere diverse e virtuose».

Il giudizio sulle decisioni prese finora dal governo?

«Ha scelto di aggiornare gli interventi a cadenza mensile per adeguare rapidament­e le iniziative e giustament­e ha pensato alla liquidità delle piccole medie imprese. Ma servono misure anche per le grandi, che, pur avendo spalle più grosse, sia pure pro tempore hanno necessità di un supporto maggiore. In questo un approccio strutturat­o nel senso di messa a disposizio­ne di liquidità non c’è. Approvo comunque l’idea di coinvolger­e anche le opposizion­i allo stesso tavolo, più rappresent­anti della società ci sono a ragionare e meglio è».

In conclusion­e?

«Penso che questo sia un momento in cui il meglio delle capacità imprendito­riali debba venir fuori. Qui non ci sono state imperizia o incapacità, ma qualcosa che va ben oltre. Il Veneto ha sempre saputo rispondere alle difficoltà, ci si dia la possibilit­à di farcela e noi ce la faremo».

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Futuro L’intervento dell’ad di Thelios, Giovanni Zoppas, agli Stati generali di novembre

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