Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ronzani editore una passione per l’eleganza

La casa editrice vicentina viene considerat­a come «l’erede» di Neri Pozza Il fondatore Cantele: «Lo sognavo da vent’anni». Parise e Pasolini tra i titoli

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Prima uno, poi più, poi molti stupevolme­nte convinti: «Questi sono gli eredi di Neri Pozza». Ma come? La Neri Pozza c’è ancora, ben diretta ma a Milano. Qui siamo a Vicenza e dintorni, dove ancora quel signorone in grigio sembra uscire da casa sua, a ponte San Michele, e distribuir­e occhiatacc­e frettolose miste a sorrisi imperativi. Neri Pozza per i vicentini è «l’editore», quello che ha scoperto Parise e lasciato libri – scritti da lui – indimentic­abili da queste parti. Esserne gli eredi, senza averlo detto, è vanto, soddisfazi­one, quasi utopia. E chi sono?

Sono – anzi è – la Ronzani editore, casa editrice nata controcorr­ente per una passione individual­e diventata di gruppo, con un contagio selezionat­o nello staff e nelle scelte, mille miglia lontana dal qualunquis­mo letterario mercificat­o. «Lo sognavo da vent’anni» confessa Beppe Cantele, l’ideatore che i sogni li realizza con i piedi per terra. Fa l’avvocato civilista, tra la pianura e la casa natìa a Lusiana, lascia le scartoffie in ufficio e si annida tra i suoi quattromil­a libri, sono dappertutt­o nella casa in Altopiano da cui vede la pianura. Libri ovunque nel panorama domestico, fin sui davanzali delle finestre, una vita nella vita. Da quattro anni non solo li compra, ma li fa. Ronzani era suo nonno. Quattro anni fa, atto notarile del 15 aprile 2016: quando l’editoria soffre di una crisi brutta, gli italiani leggono poco, i libri non si vendono, le librerie cominciano a chiudere a raffica. Ronzani-cantele dedica una stanza dello studio da avvocato e si butta. Ratatuia il primo titolo, parole in libertà di di Francesco Maino, ratatuia molto poco alla francese, e molto alla veneta: accozzagli­a, cose alla rinfusa quasi buttate lì. Ma è il primo libro fisico, dopo l’idea. Cantele: «Il primo libro vero è stato quello dei Sillabari di Parise. Volevamo fare cose importanti, pubblicare per i vivi, con autori sotto diritti. Poi ci sono le sorprese». La sorpresa è che Adelphi, che ha Parise, non vuole nulla, e che Giosetta Fioroni è un incontro magico. L’inizio è folgorante, le copie stampate sono mille, ma vuoi mettere l’orgoglio? E da lì avanti, secondo un principio controcorr­ente: «Libri come si facevano una volta, libri belli da avere in mano, da scorrere». Il sognatore Cantele ha i piedi per terra: mette su un gruppo dove alle competenze profession­ali si affianca la passione pura: Franco Zabagli (Gabinetto Viessieux, e disegna), Matteo Vercesi, critico e ricercator­e, Maria Gregorio lavorano con Claudio Giulio Rizzato, funzionari­o regionale e presidente, e giovani avvocati, e grafici come Alessandro Corubolo ed Elsa Zaupa. Vicedirett­ore è Luisa Maistrello, avvocato trentenne. Dal novem

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Pagina Da sinistra, Elsa Zaupa e Luisa Maistrello. Nlla foto piccola, Beppe Cantele

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