Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il re delle bocce e i due fornai

Anche ieri 36 persone decedute in Veneto a causa del coronaviru­s, la generazion­e più anziana sta pagando il tributo maggiore all’epidemia

- Busetto

Il maestro di bocce, il nonno vigile, il dirigente del pallone. Nelle ultime 48 ore il virus si è portato via anche due fornai storici, attaccando il cuore dell’artigianat­o veneto vecchio stampo. Più un poeta padovano d’adozione, che agli anziani delle case di riposo, che lo hanno seguito poche ore dopo, avrebbe senza dubbio dedicato qualche verso. «La famiglia rossoblù si stringe in un unico grande abbraccio nel ricordo di Dino Marcuzzo e di tutto quello che ha fatto per noi» scrivono via social del loro «boss» le ragazze del calcio femminile Permarc di Vittorio Veneto: «Uno dal grande cuore rossoblù, sempre pronto ad aiutare e sostenere le “tose”». L’amore di Dino per la squadra è iniziata quasi per caso quando lì ha cominciato a giocarci la figlia Andrea, mentre lui tifava a bordo campo. «Per circa vent’anni Dino è stato una parte importante dell’ingranaggi­o alla base della nostra società - dicono di lui i colleghi - dando sempre il suo contributo pratico e affettivo. Il nostro pensiero va in particolar­e ai suoi figli, Christian e Andrea». Marcuzzo aveva 63 anni, da tempo era seguito in ospedale per altre patologie. Poi è arrivato il Covid-19. Camionista per vivere, dirigente di società sportiva per passione, per la quale ha fatto anche l’autista dei pulmini. Altre sfere, altro sport, altra perdita. Questa volte le bocce. Italo Balbinot era un vero maestro della disciplina. «Non riusciamo ancora a crederci», sospirano tristement­e i compagni delle bocce. Balbinot era vicepresid­ente regionale della Federazion­e delle bocce Volo. Ma è stato anche direttore amministra­tivo alla Riello di Legnago dopo aver lavorato qualche tempo alla Zoppas Zanussi. «Un grande cugino - commenta Tony Balbinot su Facebook -, ti ho sempre voluto un sacco di bene e resterai sempre nel mio cuore». E l’amico Benedetto aggiunge: «Mi hai insegnato tanto». Per cinquant’anni è stato animatore della società Veglia di San Giacomo, per altri trenta organizzat­ore di gare nazionali di bocce, la sua passione. Italo è morto nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Belluno. Aveva 75 anni. Lascia una moglie e un figlio. Poi c’è chi prima di consegnarl­a al coronaviru­s, la vecchiaia l’ha donata ai più piccoli. Renato Gaspari era per tutti «il nonno vigile». Ex dipendente Enel, 96 anni, era ausiliario pedonale volontario alla scuola Pascoli, nel cuore di Vittorio Veneto. Lascia la moglie e due figli, «ma preferiamo non dire niente e affrontare il nostro dolore senza intromissi­oni». Orfani anche i figli dei due fornai di Padova. Uno, il panettiere storico di Paltana, e l’altro altrettant­o conosciuto di Massanzago. Il secondo, Bruno Coletto, è deceduto a Schiavonia. Aveva 75 anni. Lascia due figli e la moglie. In paese, dove aveva gestito il forno assieme al fratello, era conosciuto da tutti, anche perché impegnato nella Pro Loco. E ancora il volontaria­to e il servizio alle sagre paesane. «Una brava persona, riservata, ma che si era spesso messa in gioco per gli altri», il pensiero degli amici. Il collega panettiere Claudio Michielett­o, classe 1930, è morto nel reparto di malattie infettive dell’ospedale padovano. Era ricoverato dal 15 marzo. Per quattro decenni è stato il panettiere della Paltana. Per pane e buon cuore era diventato punto di riferiment­o per la parrocchia e l’intero vicinato, attivandos­i a livello sociale con attività benefiche e gentilezze personali. E poi c’è il poeta friulano (ma padovano d’adozione per un lungo periodo) Mario Benedetti, famoso per la sua scrittura in versi. Poemi dedicati alle cose più comuni e dimesse. Aveva 64 anni. È morto ieri a Piadena nel cremonese, nella casa di cura in cui era ricoverato dal 2018, anche lui, ancora una volta, per le complicazi­oni legate al Coronaviru­s. Nel 2017 Garzanti ha pubblicato una sua raccolta di versi. Si chiama «Tutte le poesie», curata da Stefano Dal Bianco, Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta, che include per la prima volta la sua intera opera poetica. Nato a Udine, laureato a Padova e insegnante per molti anni nella città del Santo, prima del trasferime­nto a Milano negli anni ‘90. Domani ci sarà, in tarda mattinata, una cerimonia funebre privata al cimitero a Piadena. Quattro anziani sono deceduti invece all’ospedale di Schiavonia, due di loro provenivan­o dalla casa di riposo «Pietro e Santa Scarmignan» di Merlara, che si conferma una delle realtà più delicate del Padovano con 18 decessi in totale. La prima vittima è Pierina Albertin, 94 anni di Megliadino San Vitale, che era stata trasferita all’ospedale di Schiavonia lo scorso 13 marzo. La donna era una persona gioiosa, dice chi la conosceva, sempre sorridente, che amava molto i bambini e per questo veniva soprannomi­nata «Tata». Le piacevano le feste organizzat­e alla Scarmignan dov’era ospite anche Enrico Sbicego, 85 anni di Noventa Vicentina, che da qualche giorno era ricoverato a Schiavonia.

 ??  ?? Renato Gaspari Era un nonno vigile, 96 anni
Renato Gaspari Era un nonno vigile, 96 anni
 ??  ?? Dino Marcuzzo Ex dirigente sportivo, 63 anni
Dino Marcuzzo Ex dirigente sportivo, 63 anni
 ??  ?? Bruno Colletto Faceva il panettiere, 75 anni
Bruno Colletto Faceva il panettiere, 75 anni
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Italo Balbinot Maestro di bocce, 75 anni

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