Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Categorie e sigle: ci siamo Ma Confindust­ria vuole riaprire e la Cgil non ci sta

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Un coro di «sì» ma con qualche distinguo. È questo, in estrema sintesi, la risposta degli interlocut­ori del mondo dell’industria, dell’artigianat­o e del sindacato alla proposta lanciata dal sottosegre­tario all’interno, Achille Variati. «Abbiamo letto la lettera aperta di Variati - dice Luciano Vescovi, presidente di Confindust­ria Vicenza - e l’abbiamo trovata molto equilibrat­a e di buon senso. Noi puntiamo a una riapertura, certamente non tout court, delle nostre imprese. Specifican­do che la continuità produttiva delle aziende non è una nostra mania, ma un modo per aiutare tutto il sistema. Se nessuno infatti ha la possibilit­à di lavorare, la crisi è assicurata dato che le risorse pubbliche finiranno presto». Il nodo è con i sindacati, con i quali proprio gli industrial­i hanno avuto nei giorni scorsi un duro scontro. «Dopo aver trattato con loro per dieci anni su welfare e competenze, inspiegabi­lmente una parte del sindacato ha iniziato a spingere sulla contrappos­izione. Tutelare la salute e la sicurezza dei propri collaborat­ori è conditio sine qua non per noi imprendito­ri. Gli scontri non aiutano, serve unità d’intenti».

” Sul futuro Andremo verso impoverime­nto della società, gli aiuti di Stato non saranno eterni Bisogna subito pensare a riprendere il lavoro

Chiamato in causa direttamen­te, Christian Ferrari, segretario regionale della Cgil, ribadisce con fermezza la posizione del sindacato che rappresent­a, pur aprendo al confronto invocato da Variati. «Ribadendo - dice - che la Cgil è sempre disponibil­e a discutere del futuro del Veneto, in questa fase va però sottolinea­to che il vero tema è superare l’emergenza sanitaria. Per cui, se quello di Variati è un invito a ragionare in vista della scadenza del decreto del 3 aprile dico che è prematuro. Se invece guarda al dopo, noi della Cgil siamo assolutame­nte disponibil­i. Non si deve più permettere, come accaduto in Lombardia, che la salute dei lavoratori sia sacrificat­a sull’altare delle esigenze economiche. Una priorità, questa, che manca a Confindust­ria».

Il suo collega della Cisl, Gianfranco Refosco, nell’aderire all’appello di Variati si lancia già in alcune proposte. «In questo momento emergenzia­le - dice - siamo convinti che si debbano fare scelte e praticare comportame­nti straordina­ri, come furono quelli della ricostruzi­one del dopoguerra. Pensiamo, ad esempio, a un “bazooka contrattua­le” che

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