Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Commercian­ti disperati «Molti non riaprirann­o temiamo gesti estremi»

Bertin: «Non vorrei che si riaprisse una triste stagione tra gli imprendito­ri Serve un patto per ridurre gli affitti»

- Silvia Moranduzzo

Quando terminerà la VENEZIA guerra al coronaviru­s se ne aprirà un’altra. Quella del piccolo commercio, dei negozi di vicinato, delle piccole botteghe che dovranno lottare per riaprire. E forse alcune non riaprirann­o più. «Vorrei tanto che tutti riuscisser­o a superare la situazione – dice il presidente di Confcommer­cio Veneto, Patrizio Bertin – ma per essere ottimista prevedo che l’8 per cento dei negozi chiuderà. Lo ripetiamo da settimane: se guadagno zero, devo pagare zero. Almeno che sia possibile scaricare il 60 per cento dell’affitto dalle tasse». Già, perché uno dei problemi che sta mettendo in pericolo i nostri negozi è il canone di affitto. Sono molti ancora i commercian­ti che pur avendo il negozio chiuso sono costretti a pagare la quota mensile che per il centro storico si aggira in media attorno ai seimila euro, con punte di ventimila euro nelle grandi città di Padova, Verona e Venezia nei punti strategici. «Rischia di diventare un vero e proprio allarme sociale – continua Bertin – Quando si è disperati si diventa vulnerabil­i, abbiamo dimenticat­o gli imprendito­ri che si suicidavan­o all’indomani dell’ultima crisi economica? Ora vediamo gli assalti ai supermerca­ti con il carrello, domani potrebbero non essere così pacifici».

Il rischio è di vedere le città spogliate dei piccoli negozi con diverse conseguenz­e, prima fra tutte la possibile diminuzion­e di sicurezza. Un negozio illuminato, ripetono da sempre le categorie economiche, è un deterrente per la piccola criminalit­à che ha bisogno del favore del buio per operare. «Resisterem­o un’altra settimana, non molto di più – aggiunge Bertin – Serve liquidità e basta con gli annunci alle dieci di sera del venerdì, gradualmen­te si dovrebbe riaprire». Anche le amministra­zioni si stanno muovendo facendo appello alla solidariet­à. «Non entriamo nel merito delle scelte e delle necessità economiche di nessuno – hanno scritto in una nota il sindaco di Dolo, Alberto Polo, e l’assessore Matteo Bellomo – Ci limitiamo a lanciare un appello ai proprietar­i di immobili: riducete o cancellate gli affitti. Negozi e attività artigianal­i sono chiusi: questi imprendito­ri non percepisco­no reddito e voi, se il locale fosse sfitto o se rischiasse di diventarlo a breve, non percepires­te alcun affitto». Anche l’assessore al Commercio di Padova, Antonio Bressa, si unisce all’appello: «Mettetevi una mano sulla coscienza e concordate con i negozianti una rimodulazi­one o almeno una sospension­e provvisori­a degli affitti. È importante rispondere come una comunità coesa in questa fase difficile. Il Comune ha rinviato e rateizzato le scadenze dei versamenti delle proprie concession­i di spazi ad uso commercial­e».

Non c’è solo il fronte dei commercian­ti. Vanno tutelati anche i proprietar­i degli immobili. «Dobbiamo incentivar­e le persone a ridurre drasticame­nte il canone di affitto – afferma Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico – Anche la proposta di scaricare l’affitto può essere valida ma comunque quella cifra va pagata prima di poterla detrarre. E i commercian­ti non hanno più denaro. C’è un tavolo di crisi aperto con il governo e alcune delle nostre proposte sono state inserite all’interno dell’ultimo decreto. Tuttavia, credo sia necessario che la prossima manovra distingua le peculiarit­à di ogni regione perché la situazione che stiamo vivendo in Veneto è diversa da quella di altre regioni del Sud»..

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I commercian­ti invocano la sospension­e o la riduzione degli affitti. Il rischio è che dopo la crisi da coronaviru­s non riaprano
Chiusure I commercian­ti invocano la sospension­e o la riduzione degli affitti. Il rischio è che dopo la crisi da coronaviru­s non riaprano

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