Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Commercianti disperati «Molti non riapriranno temiamo gesti estremi»
Bertin: «Non vorrei che si riaprisse una triste stagione tra gli imprenditori Serve un patto per ridurre gli affitti»
Quando terminerà la VENEZIA guerra al coronavirus se ne aprirà un’altra. Quella del piccolo commercio, dei negozi di vicinato, delle piccole botteghe che dovranno lottare per riaprire. E forse alcune non riapriranno più. «Vorrei tanto che tutti riuscissero a superare la situazione – dice il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin – ma per essere ottimista prevedo che l’8 per cento dei negozi chiuderà. Lo ripetiamo da settimane: se guadagno zero, devo pagare zero. Almeno che sia possibile scaricare il 60 per cento dell’affitto dalle tasse». Già, perché uno dei problemi che sta mettendo in pericolo i nostri negozi è il canone di affitto. Sono molti ancora i commercianti che pur avendo il negozio chiuso sono costretti a pagare la quota mensile che per il centro storico si aggira in media attorno ai seimila euro, con punte di ventimila euro nelle grandi città di Padova, Verona e Venezia nei punti strategici. «Rischia di diventare un vero e proprio allarme sociale – continua Bertin – Quando si è disperati si diventa vulnerabili, abbiamo dimenticato gli imprenditori che si suicidavano all’indomani dell’ultima crisi economica? Ora vediamo gli assalti ai supermercati con il carrello, domani potrebbero non essere così pacifici».
Il rischio è di vedere le città spogliate dei piccoli negozi con diverse conseguenze, prima fra tutte la possibile diminuzione di sicurezza. Un negozio illuminato, ripetono da sempre le categorie economiche, è un deterrente per la piccola criminalità che ha bisogno del favore del buio per operare. «Resisteremo un’altra settimana, non molto di più – aggiunge Bertin – Serve liquidità e basta con gli annunci alle dieci di sera del venerdì, gradualmente si dovrebbe riaprire». Anche le amministrazioni si stanno muovendo facendo appello alla solidarietà. «Non entriamo nel merito delle scelte e delle necessità economiche di nessuno – hanno scritto in una nota il sindaco di Dolo, Alberto Polo, e l’assessore Matteo Bellomo – Ci limitiamo a lanciare un appello ai proprietari di immobili: riducete o cancellate gli affitti. Negozi e attività artigianali sono chiusi: questi imprenditori non percepiscono reddito e voi, se il locale fosse sfitto o se rischiasse di diventarlo a breve, non percepireste alcun affitto». Anche l’assessore al Commercio di Padova, Antonio Bressa, si unisce all’appello: «Mettetevi una mano sulla coscienza e concordate con i negozianti una rimodulazione o almeno una sospensione provvisoria degli affitti. È importante rispondere come una comunità coesa in questa fase difficile. Il Comune ha rinviato e rateizzato le scadenze dei versamenti delle proprie concessioni di spazi ad uso commerciale».
Non c’è solo il fronte dei commercianti. Vanno tutelati anche i proprietari degli immobili. «Dobbiamo incentivare le persone a ridurre drasticamente il canone di affitto – afferma Roberto Marcato, assessore regionale allo Sviluppo economico – Anche la proposta di scaricare l’affitto può essere valida ma comunque quella cifra va pagata prima di poterla detrarre. E i commercianti non hanno più denaro. C’è un tavolo di crisi aperto con il governo e alcune delle nostre proposte sono state inserite all’interno dell’ultimo decreto. Tuttavia, credo sia necessario che la prossima manovra distingua le peculiarità di ogni regione perché la situazione che stiamo vivendo in Veneto è diversa da quella di altre regioni del Sud»..