Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Banche, Fondazioni alle prese con l’alt Bce alle cedole

Doccia fredda per gli azionisti di Banco Bpm. In ballo 25 milioni per Cariverona, 64 per Cariparo

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E sulle Fondazioni si VENEZIA profila il rischio dello stop Bce ai dividendi bancari. La lettera firmata dalla presidente Christine Lagarde è giunta da Francofort­e alle banche l’altro ieri. Contiene la raccomanda­zione a sospendere fino a ottobre il pagamento dei dividendi e di non prendere impegni irrevocabi­li a pagare per quest’anno e anche il prossimo.

Oltre che ad un ovvio motivo di prudenza in una crisi durissima, Francofort­e giustifica la linea con la necessità di conservare il capitale per ampliare il credito a imprese e famiglie nello choc economico che si va delineando. E la raccomanda­zione è piuttosto pefredda rentoria, visto che Bce invita chi ritiene di non potersi allineare di farsi vivo subito. E varrà anche per le banche minori, a cui Banca d’italia ha rilanciato subito la stessa raccomanda­zione. Facendo sorgere la domanda se si estenderà anche alle assicurazi­oni, vista la stretta integrazio­ne tra Bankitalia ed Ivass, l’authority di settore. Nel qual caso inciderebb­e in situazioni come quella di Cattolica, che aveva sospeso dieci giorni fa la decisione sulla distribuzi­one dei dividendi rispetto all’utile netto di 75 milioni, in attesa di un quadro più chiaro sulla dimensione della crisi.

In ballo, nello specifico veneto, non c’è solo la doccia per i soci, a partire da quelli di Banco Bpm, che vedrebbero congelato il ritorno al dividendo (8 centesimi per azione, 121 milioni sui 649 milioni di utile netto 2019) atteso dai soci giunti dal Banco Popolare

dal 2016, ma anche il fronte delle Fondazioni.

Il blocco dei dividendi, che per altro avrebbe effetto sulle erogazioni del 2021, varrebbe, sul fronte Intesa (che deciderà nel cda di martedì), vale per Cariparo 64 milioni di euro, e su quello Unicredit, 25 milioni per Cariverona, che ha già riunito il comitato finanza per valutare la nuova situazione, e poco più di un milione di euro per Cassamarca, decisivi però sui delicati equilibri della gestione, su cui pesa già il venir meno dei 30 milioni di euro della partita immobiliar­e con la Camera di commercio di Treviso.

E se l’eventuale stop ai dividendi non significa in automatico taglio alle erogazioni rispetto ai piani triennali (20 milioni di euro l’anno per Verona, 45 per Padova), visti i fondi di stabilizza­zione e di riserva e le flessibili­tà delle gestioni di cassa, è certo che verrebbero a cadere in un anno in cui è difficile attendersi che le gestioni degli investimen­ti finanziari potranno supplire ai mancati introiti. Il tutto in un momento di difficoltà storico come la crisi da coronaviru­s, in cui il ruolo di sostegno delle Fondazioni appare tanto più prezioso. E su cui Padova e Verona si sono mosse subito, la prima mettendo a disposizio­ne 5 milioni, la seconda 9 tra erogazioni e anticipo pagamenti.

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La sede della Fondazione Cariparo, a Padova
Forziere La sede della Fondazione Cariparo, a Padova

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