Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ale Giorgini: «I miei disegni? Come un buon disco pop»
Vicentino, è uno degli illustratori più affermati al mondo. «Mi copiano in tanti ma non mi arrabbio più. Sui social faccio un disegno al giorno sulla quarantena»
Linee e forme geometriche che si trasformano in volti sorridenti e sintesi perfette di oggetti. Ale Giorgini, illustratore e designer vicentino, in carriera ha trasferito il suo stile unico su tutto: dai disegni per film e serie tv cult alle tavole da surf, da francobolli alle etichette per bottiglie di vini, fino al design per lampade e a collezioni di moda. Ora, in questa emergenza sanitaria, sta dedicando ogni giorno ai fan un consiglio disegnato su come alleggerire la quarantena (info www.alegiorgini.com).
Come nasce l’idea di illustrare, ogni giorno, una cosa piacevole da fare restando a casa?
«Per alleggerire le giornate alle persone che mi seguono sui social ho pensato di disegnare giornalmente una piccola illustrazione in cui una persona chiusa in una casetta piccola piccola compie un’azione semplice che possa dare sollievo come cucinare la pizza, prepararsi un bagno caldo, guardare un film o curare le piante. Cose che fino qualche settimana fa davamo per scontate ma che oggi diventano sopravvivenza».
È famoso per la sua sintesi grafica di film e serie televisive… come nasce un’illustrazione di questo tipo?
«Guardo i film con un occhio preparato a cogliere i dettagli, espressioni e particolari. Individuato quello che voglio inserire, raccolgo tutti gli elementi di riferimento e poi parto dal centro del foglio dove metto le cose più importanti».
È saltata la grande mostra in occasione di Becomics! a Padova, che cosa vi avrebbe presentato?
«Avevo realizzato appositamente qualche inedito. Mi è dispiaciuto non aver potuto esporre una serie di illustrazioni fatte per un film dei Muppet, commissionato dalla Disney».
Ha mai avuto feedback dai soggetti che ha ritratto nelle sue opere?
«Tom “Bones” Malone, il trombonista dei Blues Brothers mi ha scritto dove poteva acquistare la mia illustrazione del film, ovviamente gliene ho mandata una. Ancora oggi ci sentiamo ancora via messaggio. Un’altra cosa divertente è stata quando la Sony mi ha chiesto di utilizzare due poster per la serie “ranklin & Bash».
Come vive il fatto di essere uno degli illustratori più copiati?
«All’inizio di carriera mi inorgogliva, poi però ha iniziato ad infastidirmi visto che gli imitatori erano diventati davvero tanti e di tutto il mondo. Ora quando li vedo su Instagram o Facebook commento con una faccina triste: alcuni mi bloccano, ma altri mi scrivono scusandosi».
Tra le mille cose che ha fatto quale è il progetto di cui va più fiero?
«Per il risultato la lampada “Moby” perché ha fatto svoltare l’azienda che l’ha prodotta e perché è stata selezionata dalla Triennale di Milano e ha vinto un premio al museo del design di Chicago. Da illustratore, la collaborazione per Puma mi ha davvero inorgoglito».
Si è mai chiesto quali siano le caratteristiche del suo lavoro che lo rendono così amato in tutto il mondo?
«Perché non so disegnare. Mi spiego. Chi guarda il mio lavoro percepisce che avrebbe potuto farlo da solo. Il fatto che sia tutto molto colorato, leggero, sorridente e alla portata di tutti, rende il mio lavoro estremamente trasversale e semplice da capire. Come un buon disco pop».