Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cassa in deroga per 200 mila lavoratori veneti
Cna: «Per i 600 euro agli autonomi servono intermediari o il sito dell’inps collasserà»
Corsa alla Cassa in deroga: quasi duecentomila i veneti interessati agli ammortizzatori sociali chiesti dalle aziende dal turismo al commercio. Ma da ieri via alle domande anche per la cassa ordinaria e (da domani) per gli autonomi. La Cna: «Per i 600 euro agli autonomi servono intermediari o il sito dell’inps collasserà».
La cassa integrazione generalizzata irrompe nella nuova, distopica, quotidianità segnata dall’emergenza sanitaria. Fra sabato scorso e ieri sono state migliaia in Veneto le aziende che hanno chiesto (e ottenuto) l’accesso agli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga. Impossibile calcolare precisamente quante. Qualche numero, però, già c’è e dà la misura reale del lockdown produttivo. Un dato su tutti è quello che arriva dal Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato che, a ieri pomeriggio, contava 9.300 aziende coinvolte che hanno chiesto l’80 per cento della retribuzione fino a un massimo di 1.200 euro. Si parla della cassa integrazione relativa alle ultime settimane e riguarda, spiega Tiziano Barone, direttore di Veneto Lavoro, «199.554 lavoratori, la media è 2,5 lavoratori ad azienda». Quasi duecentomila persone per cui il finanziamento massimo è stato garantito da Roma. E nessuno, conferma Barone, ha mancato di chiedere l’accesso. I canali per la cassa integrazione sono due ma entrambi fanno capo all’inps. La cassa ordinaria è gestita direttamente dall’istituto di previdenza e le richieste andavano presentate a partire da ieri mattina. Diversa la via per la cassa in deroga (quindi per il comparto del turismo, per le aziende sotto i 5 dipendenti o per quelle del commercio). In questo caso le domande sono partite già sabato scorso ma alla Regione che poi le girerà all’inps. «Infatti con Palazzo Balbi - spiega Barone - abbiamo accelerato l’inserimento delle domande per trasferirle all’inps prima possibile in modo che si avviino i pagamenti entro il 15 aprile, data che ci è stata segnalata come orizzonte a cui puntare». Soldi che coprono le chiusure (differenziate) messe in atto dal 23 febbraio in poi. Si tratta, complessivamente, di 13 settimane di copertura finanziate complessivamente per la nostra regione con 140 milioni di euro.
” Barone Veneto Lavoro
Per la cassa in deroga, con la Regione, abbiamo accelerato sulle domande per trasferirle all’inps prima possibile in modo che si avviino i pagamenti entro il 15 aprile, data a cui puntare
” Donazzan Sono troppi i lavoratori senza ammortizza tori sociali, tra questi gli educatori d’infanzia delle Ipab. Spero di poter arrivare a un assegno straordinario ad hoc, attingendo alla programmazio ne regionale Fse
Fondi che basteranno a coprire tutte le figure professionali travolte dalla crisi legata alla pandemia di Covid-19? Evidentemente no, restano delle nicchie di esclusione. Veneto Lavoro stima almeno 40 mila fra liberi professionisti e cococo iscritti agli ordini professionali e partite Iva in regione. «Tra gli emendamenti previsti al Cura Italia - commenta il segretario della Cna Matteo Ribon - abbiamo richiesto che questo fondo vada rifinanziato per la copertura totale delle domande che arriveranno (per tutti gli ammortizzatori sociali abbiamo chiesto di passare da 80 fino a 500 milioni di euro). L’altra partita è quella del contributo di 600 euro che le partite Iva potranno richiedere da domani. Ci stiamo attrezzando per mandare all’inps almeno 10 mila domande di indennità per gli autonomi. Il dramma è che non siamo ancora nelle condizioni di poter fare da intermediari caricando massivamente le richieste. Il rischio è che il sito dell’inps collassi, con notevoli ritardi nei pagamenti e quindi nell’erogazione del contributo». E dalle prime stime, infatti, pare che senza una semplificazione del meccanismo burocratico in corso i primi assegni potrebbero arrivare addirittura a fine maggio. E già ieri pomeriggio il portale dell’inps è andato in crash. Infine, la panoramica di chi ha diritto a un aiuto e chi no, contempla anche il piccolo imprenditore i cui dipendenti ora sono in cassa integrazione. «Per loro conferma il sottosegretario al