Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

CASSINTEGR­ATI, SCONCERTO E CAOS

- Di Filippo Collia e Gianluca Spolverato

Illustri Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e Presidente dell’inps Pasquale Tridico, questa è una lettera aperta rivolta a Voi che state guidando il Paese in un momento così drammatico. C’è un dramma che ci riguarda tutti ed è quello sanitario. E poi c’è il dramma del lavoro, che riguarda migliaia di imprese, piccole medie e grandi, e milioni di lavoratori, il cui futuro si addensa di nubi e purtroppo non è vero che tutto tornerà come prima. Dobbiamo rimboccarc­i le maniche e mettere in moto le idee per pensare a un nuovo futuro, speriamo migliore. Vogliamo parlarvi di quello che è successo in Veneto e sta succedendo anche altrove, dove si è intervenut­i a disciplina­re le misure per l’intervento della Cassa integrazio­ne guadagni in deroga.

Il Veneto è stata una delle prime Regioni ad intervenir­e, anche perché è stata sin da subito una delle Regioni più colpite. Mentre altre Regioni ancora non sono intervenut­e, eppure le attività sono sospese e i lavoratori sono a casa senza lavoro. Ma è del Veneto che vogliamo parlare. Nel pomeriggio di venerdì scorso sono state diffuse le Linee Guida per l’accesso alla Cassa in deroga. Ed è stato sconcerto e caos. Sconcerto, perché le Linee Guida contengono previsioni diverse da quelle contenute nei due Accordi quadro sottoscrit­ti e approvati nei giorni precedenti. Caos, perché leggendo le Linee Guida molti di noi che stanno seguendo aziende piccole medie e grandi, anche grandissim­e, che hanno già collocato in sospension­e i lavoratori, come previsto dalla legge (che consente la collocazio­ne in cassa già dal 23 febbraio), si sono chiesti se devono rifare tutto, visto che le Linee Guida dicono cose che non c’erano negli Accordi. Qualche esempio, per capire di cosa stiamo parlando.

Capitolo ferie: nei due precedenti accordi era scritto che prima di collocare in cassa i lavoratori, le aziende dovevano far smaltire ai dipendenti le ferie arretate del 2019. Quindi, abbiamo fatto di tutto per mettere in ferie i lavoratori. Fino a venerdì, quando nelle Linee Guida la previsione è stata cambiata e ora si scrive che i lavoratori, prima di andare in cassa, devono essere preferibil­mente messi in ferie. Preferibil­mente e previament­e (questo l’avverbio usato nei due Accordi) non sono la stessa cosa. E se sta bene preferibil­mente, capite che cosa significa cambiare tutto in pochi giorni? Ma non è tutto. Capitolo informativ­a sindacale: prima di collocare in cassa i lavoratori, le aziende devono avviare una procedura sindacale, inviando una informativ­a sindacale. Nei due Accordi nulla si diceva a proposito del contenuto dell’informativ­a, se non che doveva indicare da quando i lavoratori dovevano essere messi in cassa e per quanto tempo, punto. E così, del resto, si è sempre fatto e si era fatto anche nel 2009, quando si erano attivate le Casse in deroga durante l’ultima grande crisi. Così, fino a ieri. Nelle Linee Guida di venerdì scorso, pubblicate dopo che le informativ­e erano già partite – del resto, i lavoratori sono già sospesi da un pezzo e gli Accordi avevano già previsto cosa si doveva fare -, si scrive che l’informativ­a e/o l’accordo sindacale, a pena di inammissib­ilità della domanda, devono contenere alcuni elementi, mai richiesti prima, come ad esempio il numero delle ore per cui si richiede la cassa. Sapete cosa significa? Significa rifare tutte le informativ­e, attendere di nuovo il termine di 3 giorni per l’eventuale esame congiunto con le organizzaz­ioni sindacali e fare le domande, sperando che tutto sia a posto, altrimenti vengono rigettate e i fondi sono limitati.

Infine, l’ultimo capitolo: quello delle grandi aziende del commercio con più di 50 dipendenti, che occupano migliaia di dipendenti in tutta Italia e che sono state chiuse. Bene, siamo a fine marzo e ancora non si sa a che ammortizza­tore potranno accedere. Nel primo Accordo per il Veneto non si diceva niente. Qualcuno ha cominciato a dire che dovevano andare in Cassa straordina­ria, anche se non vi erano i requisiti, e altri dicevano in Cassa in deroga. Nel secondo Accordo si è scritto che anche queste aziende potevano usufruire della Cassa in deroga, e quindi tutti abbiamo avviato la procedura per la Cassa in deroga (stiamo parlando di decine di migliaia di lavoratori, altrimenti senza tutele). Nelle

Linee Guida di venerdì cosa si scrive? Che la Cassa c’è se queste aziende non possono attivare la CIGS per la causale crisi aziendale dovuta all’emergenza epidemiolo­gica da Covid, causale che non c’è, non è prevista, e quindi non si sa perché si sia scritto così! Tutto questo crea confusione e incertezza su un tema tanto delicato, perché riguarda le persone e il loro lavoro, le aziende e il loro futuro. Chiudiamo con la sorpresa finale. Sabato abbiamo cominciato a caricare le domande nel portale delle Regione e l’applicativ­o chiede la marca da bollo di 16 euro per ogni domanda e – non ci potevo credere – il numero di cellulare di ogni dipendente beneficiar­io della cassa. Il numero di cellulare di migliaia e migliaia di dipendenti. Come possiamo lavorare in questo modo? Ci siamo presi tutti l’impegno di darci una mano, di aiutarci come possiamo. Facciamo in modo che gli sforzi siano agevolati, una volta tanto, da un contesto di regole semplici, chiare, e che non cambiano continuame­nte. Altrimenti, è caos e incertezza, e questo non aiuta nessuno. Noi ci siamo, siamo a disposizio­ne per dare tutto il nostro contributo di esperienza e competenza.

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