Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
CASSINTEGRATI, SCONCERTO E CAOS
Illustri Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e Presidente dell’inps Pasquale Tridico, questa è una lettera aperta rivolta a Voi che state guidando il Paese in un momento così drammatico. C’è un dramma che ci riguarda tutti ed è quello sanitario. E poi c’è il dramma del lavoro, che riguarda migliaia di imprese, piccole medie e grandi, e milioni di lavoratori, il cui futuro si addensa di nubi e purtroppo non è vero che tutto tornerà come prima. Dobbiamo rimboccarci le maniche e mettere in moto le idee per pensare a un nuovo futuro, speriamo migliore. Vogliamo parlarvi di quello che è successo in Veneto e sta succedendo anche altrove, dove si è intervenuti a disciplinare le misure per l’intervento della Cassa integrazione guadagni in deroga.
Il Veneto è stata una delle prime Regioni ad intervenire, anche perché è stata sin da subito una delle Regioni più colpite. Mentre altre Regioni ancora non sono intervenute, eppure le attività sono sospese e i lavoratori sono a casa senza lavoro. Ma è del Veneto che vogliamo parlare. Nel pomeriggio di venerdì scorso sono state diffuse le Linee Guida per l’accesso alla Cassa in deroga. Ed è stato sconcerto e caos. Sconcerto, perché le Linee Guida contengono previsioni diverse da quelle contenute nei due Accordi quadro sottoscritti e approvati nei giorni precedenti. Caos, perché leggendo le Linee Guida molti di noi che stanno seguendo aziende piccole medie e grandi, anche grandissime, che hanno già collocato in sospensione i lavoratori, come previsto dalla legge (che consente la collocazione in cassa già dal 23 febbraio), si sono chiesti se devono rifare tutto, visto che le Linee Guida dicono cose che non c’erano negli Accordi. Qualche esempio, per capire di cosa stiamo parlando.
Capitolo ferie: nei due precedenti accordi era scritto che prima di collocare in cassa i lavoratori, le aziende dovevano far smaltire ai dipendenti le ferie arretate del 2019. Quindi, abbiamo fatto di tutto per mettere in ferie i lavoratori. Fino a venerdì, quando nelle Linee Guida la previsione è stata cambiata e ora si scrive che i lavoratori, prima di andare in cassa, devono essere preferibilmente messi in ferie. Preferibilmente e previamente (questo l’avverbio usato nei due Accordi) non sono la stessa cosa. E se sta bene preferibilmente, capite che cosa significa cambiare tutto in pochi giorni? Ma non è tutto. Capitolo informativa sindacale: prima di collocare in cassa i lavoratori, le aziende devono avviare una procedura sindacale, inviando una informativa sindacale. Nei due Accordi nulla si diceva a proposito del contenuto dell’informativa, se non che doveva indicare da quando i lavoratori dovevano essere messi in cassa e per quanto tempo, punto. E così, del resto, si è sempre fatto e si era fatto anche nel 2009, quando si erano attivate le Casse in deroga durante l’ultima grande crisi. Così, fino a ieri. Nelle Linee Guida di venerdì scorso, pubblicate dopo che le informative erano già partite – del resto, i lavoratori sono già sospesi da un pezzo e gli Accordi avevano già previsto cosa si doveva fare -, si scrive che l’informativa e/o l’accordo sindacale, a pena di inammissibilità della domanda, devono contenere alcuni elementi, mai richiesti prima, come ad esempio il numero delle ore per cui si richiede la cassa. Sapete cosa significa? Significa rifare tutte le informative, attendere di nuovo il termine di 3 giorni per l’eventuale esame congiunto con le organizzazioni sindacali e fare le domande, sperando che tutto sia a posto, altrimenti vengono rigettate e i fondi sono limitati.
Infine, l’ultimo capitolo: quello delle grandi aziende del commercio con più di 50 dipendenti, che occupano migliaia di dipendenti in tutta Italia e che sono state chiuse. Bene, siamo a fine marzo e ancora non si sa a che ammortizzatore potranno accedere. Nel primo Accordo per il Veneto non si diceva niente. Qualcuno ha cominciato a dire che dovevano andare in Cassa straordinaria, anche se non vi erano i requisiti, e altri dicevano in Cassa in deroga. Nel secondo Accordo si è scritto che anche queste aziende potevano usufruire della Cassa in deroga, e quindi tutti abbiamo avviato la procedura per la Cassa in deroga (stiamo parlando di decine di migliaia di lavoratori, altrimenti senza tutele). Nelle
Linee Guida di venerdì cosa si scrive? Che la Cassa c’è se queste aziende non possono attivare la CIGS per la causale crisi aziendale dovuta all’emergenza epidemiologica da Covid, causale che non c’è, non è prevista, e quindi non si sa perché si sia scritto così! Tutto questo crea confusione e incertezza su un tema tanto delicato, perché riguarda le persone e il loro lavoro, le aziende e il loro futuro. Chiudiamo con la sorpresa finale. Sabato abbiamo cominciato a caricare le domande nel portale delle Regione e l’applicativo chiede la marca da bollo di 16 euro per ogni domanda e – non ci potevo credere – il numero di cellulare di ogni dipendente beneficiario della cassa. Il numero di cellulare di migliaia e migliaia di dipendenti. Come possiamo lavorare in questo modo? Ci siamo presi tutti l’impegno di darci una mano, di aiutarci come possiamo. Facciamo in modo che gli sforzi siano agevolati, una volta tanto, da un contesto di regole semplici, chiare, e che non cambiano continuamente. Altrimenti, è caos e incertezza, e questo non aiuta nessuno. Noi ci siamo, siamo a disposizione per dare tutto il nostro contributo di esperienza e competenza.