Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il soprano e il canto lirico dalla finestra
Claudia Pavone, soprano vicentino, è salita sulla terrazza di uno dei palazzi di Piazza dei Signori, di fronte alla Basilica palladiana, per una dedica speciale a chi sta affrontando l’emergenza sanitari. «La mia Ave Maria per tornare a sperare».
Il suo straordinario VICENZA talento canoro l’ha portata ad avere la valigia sempre in mano, a solcare i più grandi teatri d’italia e del mondo, lontano dalla sua Vicenza. E anche se l’emergenza sanitaria ha congelato ogni programma, posticipato le date di prove e opere da mettere in scena, la trentenne Claudia Pavone, una delle più promettenti giovani soprano del panorama lirico, non ha smorzato la passione per il suo lavoro, l’amore per la musica, linguaggio universale.
Così, anche senza direttore e orchestra, l’ugola d’oro ha fatto dei balconi di casa sua un palcoscenico di arie d’opera, dalla Traviata alla Boheme, e dei vicini il suo pubblico che ringrazia felice e non si imbarazza di chiedere il bis per il giorno successivo. Con fattorini e volontari in giro per la città a consegnare la spesa agli anziani reclusi che programmano le distribuzioni in centro proprio in base alle sue esibizioni canore pomeridiane. Quelle che vengono anche filmate coi cellulari e mandate in rete. Dove conquistano numeri record. Per lo stupore della stessa solista che ammette di avere poca dimestichezza coi social. Ne ha raggiunte oltre 33 mila solo in Facebook di visualizzazioni in poco più di 24 ore il video, che gira anche via messaggio, in cui il soprano lirico interpreta con grande carisma l’ave di Schubert.
Al termine un messaggio di incoraggiamento: «Abbraccio tutti i miei concittadini - le sue parole davanti alla sorella che riprendeva col cellulare - e forza Vicenza, ci rialzeremo più forti di prima sicuramente». Sentire cantare Pavone emoziona. Ancora di più perchè la trentenne dal viso pulito e i lineamenti dolci, lo fa dalla terrazza di casa.
Nel cuore della città. Sullo sfondo i tetti e il simbolo per eccellenza di Vicenza, la basilica palladiana, che la cantante sembra accarezzare con la sua voce armonica in questo momento difficile, in cui tutto sembra così irreale, come quella piazza dei Signori alle sue spalle deserta. Una cartolina inanimata.
«Faccio beneficenza e canto, in questo periodo abbiamo bisogno di un po’ calore, non posso fare altro visto che non ho conoscenze di medicina - racconta - aiuto a far sorridere chi è casa, canto quasi tutti i pomeriggi per i miei vicini, alternandomi tra la finestra che dà verso una contrada e quella che guarda la via vicina. Non c’è nulla di autocelebrativo in questo video, mi sono messa a nudo, senza direttore e strumenti, con un video fatto in casa, perchè l’importante era il messaggio che volevo dare, perchè la musica unisce e la voce arriva al cuore».
Un videomessaggio che ha conquistato più «click» di quanto gli spezzoni in rete delle importanti opere di cui è protagonista. Ed è così che i suoi vicini, ma probabilmente più di qualche vicentino, hanno scoperto chi è Claudia Pavone, tanto che c’è chi ora le domanda di cantare al matrimonio della figlia o di dare lezioni di canto. «Richieste che mi hanno fatto sorridere ma anche piacere - commenta - a Vicenza non mi conosceva nessuno, forse credono che canti a livello amatoriale ma del resto nessuno è profeta in patria».
In casa sua nessuno ha fatto della musica un lavoro. Dopo gli studi nei conservatori di Vicenza e Castelfranco Veneto e diploma con lode, è iniziata la carriera in volata. «Da quattro anni non mi fermo nemmeno per le ferie estive - riferisce -. Sono rientrata a fine febbraio da Sydney, ero al teatro dell’opera per la Carmen, e avrei dovuto iniziare a breve le prove come protagonista per il Rigoletto alla Fenice di Venezia, che è casa mia. Ma è tutto posticipato - continua -, mi manca viaggiare ma ho ritrovato il piacere di stare a casa con la mia famiglia, mi manca il teatro, la mia vita dinamica, ma cerco di essere positiva. Ho sempre lavorato tanto e ho saputo fare la formichina, posso vivere di rendita ora ma non è così per tutti. La mia categoria, visto che il teatro è luogo di assembramento, sarà l’ultima a ripartire. Ma ripartiremo».
Canto perché tutti abbiamo bisogno di un po’ di calore