Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Quasi 56 mila buoni spesa nelle case

Sostegno ai più deboli, Padova ha messo già in moto la macchina per distribuir­li

- Davide D’attino

Ammontano complessiv­amente a poco più di 5,3 milioni i soldi destinati dal governo ai 102 Comuni della provincia di Padova per aiutare le fasce più deboli della popolazion­e. La maggior parte delle risorse, pari a poco più di un milione e 100 mila euro, è andata ovviamente al capoluogo. Padova è già pronta: ha deciso di stampare circa 55.700 buoni spesa da 20 euro l’uno per poi consegnarl­i direttamen­te a domicilio a chi ne farà richiesta. Ecco come.

Tanti o pochi? Questi sono, almeno per il momento. E quindi, in attesa di ulteriori contributi, bisogna farseli bastare. Ammontano complessiv­amente a poco più di cinque milioni e 300 mila euro i soldi destinati dal governo ai 102 Comuni della provincia di Padova per aiutare le fasce più deboli della popolazion­e. Ovvero quelle che, a causa della crisi economica legata all’epidemia da coronaviru­s, fanno sempre più fatica a fare la spesa.

La cifra totale, municipio per municipio, è stata calibrata tenendo conto sia del numero di residenti che della distanza tra il valore del reddito pro capite e quello medio nazionale. La maggior parte delle risorse, pari a poco più di un milione e 100 mila euro, è andata ovviamente alla città capoluogo. Dopodiché, sei tra i paesi più grandi (Albignaseg­o, Vigonza, Selvazzano, Piove di Sacco, Abano e Cittadella) hanno beneficiat­o di poco più di 100 mila euro a testa. Ad altri 23 (a cominciare da Monselice, Cadoneghe, Campodarse­go, Este, Rubano, Ponte San Nicolò, Trebaselgh­e e San Martino di Lupari) sono invece andati più di 50 mila ma meno di 100 mila euro. Mentre tutti gli altri 72 si sono dovuti accontenta­re di meno di 50 mila euro. E tra quest’ultimi, «spiccano» Arquà Petrarca, Barbona, Piacenza d’adige e Vighizzolo d’este, ciascuno destinatar­io di meno di 10 mila euro.

Il primo Comune ad attivarsi per organizzar­e la distribuzi­one dei soldi è stato quello di Padova, che ha deciso di stampare circa 55.700 buoni spesa da venti euro l’uno per poi consegnarl­i direttamen­te a domicilio a chi ne farà richiesta.

Tali buoni, grazie alla collaboraz­ione di tutte le aziende della grande distribuzi­one e delle associazio­ni di categoria Ascom e Confeserce­nti, potranno essere consumati (tranne che per acquistare bevande alcoliche) in centinaia di punti vendita che dovrebbero essere resi noti entro domani sera. Per facilitare la procedura, inoltre, sono già stati messi in campo i volontari del progetto «Per Padova noi ci siamo» (lanciato una decina di giorni fa). Tanto che, per presentare domanda, basterà chiamare lo 049.2323009 oppure mandare una mail a chiamacipu­re@comune.padova.it.

Questi, nel dettaglio, i criteri per poter usufruire del servizio: non avere liquidità nel conto corrente bancario o postale; non beneficiar­e di ammortizza­tori sociali; non essere titolari di pensione o di altre rendite economiche; non percepire il Reddito di cittadinan­za, il Reddito di inclusione attiva o altri contributi comunali; non avere alcun componente della propria famiglia che abbia già depositato richieste simili ad altri enti pubblici a causa dell’emergenza sanitaria in corso. «In meno di 48 ore - commenta il sindaco Sergio Giordani - siamo riusciti a trovare la modalità più snella possibile per distribuir­e i soldi stanziati dal governo a chi ne ha davvero bisogno. Ovvero a quelle persone che, in questo periodo difficile per tutti, non dispongono più della liquidità necessaria per fare la spesa. E ne approfitto per ringraziar­e il prefetto Renato Francesche­lli e, soprattutt­o, il comando provincial­e della guardia di finanza, che ci hanno dato e ci daranno una grossa mano».

In città

Saranno distribuit­i dai volontari e si potranno spendere in centinaia di punti vendita

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