Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pasta e farine, il boom nei giorni dello stop

Da Jolly Sgambaro a Molino Rossetto, produttori al lavoro anche di notte

- Gianni Favero

Pasta, farina e lievito. Chi si occupi di produrre e vendere questi tre articoli trova, suo malgrado, un alleato nel Coronaviru­s che ha chiuso in casa le famiglie inducendol­e, su una spinta più o meno emotiva, a fare scorta di generi alimentari non deperibili e a riscoprire l’uso della farina.

Sul fronte industrial­e tutto questo si traduce in un superlavor­o per pastifici e mulini, a loro volta alle prese con difficoltà di approvvigi­onamento di materie prime, di soluzioni di packaging e di organizzaz­ione dei trasporti. Ne sa qualcosa Jolly Sgambaro, pastificio di Castello di Godego (Treviso), che segnala nell’ultimo mese un aumento del business del 25%, con punte del +40% sui mercati esteri, il che si traduce in una produzione che tocca le 120 tonnellate al giorno parte delle quali affidate agli spedizioni­eri al servizio dell’e-commerce.

Il punto di fragilità sta però proprio nel trasporto, condiziona­to da ritmi non sempre sostenibil­i e restrizion­i alle frontiere che rallentano le operazioni. Un limite al quale non è estranea Pasta Zara, di Riese Pio X, da poco uscita da una complessa vicenda concordata­ria: «Tutti gli stabilimen­ti lavorano a pieni giri – sottolinea il patron, Furio Bragagnolo –. Spedire i prodotti è più complicato: i trasportat­ori devono ottimizzar­e ogni tratta e non sempre, con la chiusura delle fabbriche, riescono a non a vuoto».

«La nostra fortuna – si accoda Antonio Costato, presidente di Grandi Molini Italiani, di Rovigo – è che due terzi delle materie prima arrivano su ferrovia e su nave: in Italia il 50% del grano è di importazio­ne». Per il resto il business nell’ultimo mese viaggiare è migliorato ma solo leggerment­e: «La crescita nei segmenti dell’industria alimentare e della Gdo si contrappon­e alla caduta della ristorazio­ne. Elementi di difficoltà li vediamo anche nei servizi di manutenzio­ne delle macchine». Tutti segni positivi, invece, per Molino Rossetto, di Pontelongo (Padova): «Abbiamo limitato le esportazio­ni – spiega l’ad, Chiara Rossetto - per rispondere al mercato interno. A marzo il retail è cresciuto del 60% rispetto a un anno fa, le vendite di farine per polenta del 106%, quelle di lievito del 50%. Operiamo da un mese in tre turni e oggi il lavoro è su 24 ore non stop».

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Exploit Chiara Rossetto, con uno dei brik di farina sviluppati dall’azienda padovana

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